~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
Lunacy 5 - Lunacy 6 - Lunacy 7 - Lunacy 8
Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

giovedì 30 giugno 2011

Raduno romagnolo Lande di Faerun (Cesena)














La casa di Asterione

lunedì 27 giugno 2011 - ore 23.21





So che mi accusano di superbia, e forse di misantropia, o di pazzia. Tali accuse (che punirò al momento giusto) sono ridicole. E vero che non esco di casa, ma è anche vero che le porte (il cui numero è infinito) restano aperte giorno e notte agli uomini e agli animali. Entri chi vuole. Non troverà qui lussi donneschi né la splendida pompa dei palazzi, ma la quiete e la solitudine.

E troverà una casa come non ce n’è altre sulla faccia della terra. (Mente chi afferma che in Egitto ce n’è una simile.) Perfino i miei calunniatori ammettono che nella casa non c’è un solo mobile. Un’altra menzogna ridicola è che io, Asterione, sia un prigioniero. Dovrò ripetere che non c’è una porta chiusa, e aggiungere che non c’è una sola serratura? D’altronde, una volta al calare del sole percorsi le strade; e se prima di notte tornai, fu per il timore che m’infondevano i volti della folla, volti scoloriti e spianati, come una mano aperta. Il sole era già tramontato, ma il pianto accorato d’un bambino e le rozze preghiere del gregge dissero che mi avevano riconosciuto. La gente pregava, fuggiva, si prosternava; alcuni si arrampicavano sullo stilobate del tempio delle Fiaccole, altri ammucchiavano pietre. Qualcuno, credo, cercò rifugio nel mare. Non per nulla mia madre fu una regina; non posso confondermi col volgo, anche se la mia modestia lo vuole.

La verità è che sono unico. Non m’interessa ciò che un uomo può trasmettere ad altri uomini; come il filosofo, penso che nulla può essere comunicato attraverso l’arte della scrittura. Le fastidiose e volgari minuzie non hanno ricetto nel mio spirito, che è atto solo al grande; non ho mai potuto ricordare la differenza che distingue una lettera dall’altra. Un’impazienza generosa non ha consentito che imparassi a leggere. A volte me ne dolgo, perché le notti e i giorni sono lunghi.

Certo, non mi mancano distrazioni. Come il montone che s’avventa, corro pei corridoi di pietra fino a cadere al suolo in preda alla vertigine. Mi acquatto all’ombra di una cisterna e all’angolo d’un corridoio e giuoco a rimpiattino. Ci sono terrazze dalle quali mi lascio cadere, finché resto insanguinato. In qualunque momento posso giocare a fare l’addormentato, con gli occhi chiusi e il respiro pesante (a volte m’addormento davvero; a volte, quando riapro gli occhi, il colore del giorno è cambiato). Ma, fra tanti giuochi, preferisco quello di un altro Asterione. Immagino ch’egli venga a farmi visita e che io gli mostri la casa. Con grandi inchini, gli dico: "Adesso torniamo all’angolo di prima," o: "Adesso sbocchiamo in un altro cortile," o: "Lo dicevo io che ti sarebbe piaciuto il canale dell’acqua," oppure: "Ora ti faccio vedere una cisterna che s’è riempita di sabbia," o anche: "Vedrai come si biforca la cantina." A volte mi sbaglio, e ci mettiamo a ridere entrambi.

Ma non ho soltanto immaginato giuochi; ho anche meditato sulla casa. Tutte le parti della casa si ripetono, qualunque luogo di essa e un altro luogo. Non ci sono una cisterna, un cortile, una fontana, una stalla; sono infinite le stalle, le fontane, i cortili, le cisterne. La casa è grande come il mondo. Tuttavia, a forza di percorrere cortili con una cisterna e polverosi corridoi di pietra grigia, raggiunsi la strada e vidi il tempio delle Fiaccole e il mare. Non compresi, finché una visione notturna mi rivelò che anche i mari e i templi sono infiniti. Tutto esiste molte volte, infinite volte; soltanto due cose al mondo sembrano esistere una sola volta: in alto, l’intricato sole; in basso, Asterione. Forse fui io a creare le stelle e il sole e questa enorme casa, ma non me ne ricordo.

Ogni nove anni entrano nella casa nove uomini, perché io li liberi da ogni male. Odo i loro passi o la loro voce in fondo ai corridoi di pietra e corro lietamente incontro ad essi. La cerimonia dura pochi minuti. Cadono uno dopo l’altro; senza che io mi macchi le mani di sangue. Dove sono caduti restano, e i cadaveri aiutano a distinguere un corridoio dagli altri. Ignoro chi siano, ma so che uno di essi profetizzò, sul punto di morire, che un giorno sarebbe giunto il mio redentore. Da allora la solitudine non mi duole, perché so che il mio redentore vive e un giorno sorgerà dalla polvere. Se il mio udito potesse percepire tutti i rumori del mondo, io sentirei i suoi passi. Mi portasse a un luogo con meno corridoi e meno porte! Come sarà il mio redentore? Sarà forse un toro con volto d’uomo? O sarà come me?

Il sole della mattina brillò sulla spada di bronzo. Non restava più traccia di sangue.

“Lo crederesti, Arianna?” disse Teseo. “Il Minotauro non s’è quasi difeso”.


J. L. Borges - "L’Aleph"



“Sto per portarti
in un posto lontano da qui
Nessuno ci vedrà..guarda il dolore che scompare

Non c’è tempo per la rabbia.
Non c’è tempo per la disperazione.
Non verresti con me?..




C’è un posto per noi qui..
Questa bellezza innocente,
che le mie parole non possono descrivere.

Questa rinascita della purezza,
che porta una lacrima ai tuoi occhi
Non c’è tempo per la rabbia.
Non c’è tempo per la disperazione.




Ti prego lascia che ti porti,
perchè io sono già qui
Sono cosi solo..

La mia testa è ormai la mia casa
Ritornerò alla serenità..

Rime senza ragione perchè i bambini piangono
Loro vedono attraverso il sistema e questo li fa morire..

Quindi per favore lascia che ti porti,
e ti farò vedere la verità.
Dentro la mia realtà,
che abbiamo condiviso nella mia giovinezza.




Mi sento cosi solo..
La mia testa è la mia casa
e mi sento cosi solo
Ma lo sai che alla fine ritornerò alla mia serenità.

Ora che ti ho portato
in un posto lontano da qui,
devo veramente tornare indietro.

Chiudi gli occhi e scompariremo..
Non verresti con me?
Divideremo la salvezza..
Ora dentro la mia testa
c’è un posto per noi..”

Testament - Return To Serenity




<<Vide davanti a sé un’infinità di esseri fatti com’era lui, e come si girò per non vederli più, un’altra infinità di esseri uguali a lui. >>

questo disastro che mi armi dentro

lunedì 27 giugno 2011 - ore 23.03






"Spegni i miei occhi: io ti vedrò lo stesso,
chiudi le mie orecchie: io ti sentirò,
senza piedi verrò verso di te
senza bocca continuerò a chiamarti.
Puoi spezzare le mie braccia e io ti stringerò
con il mio cuore che si è fatto mano,
puoi fermare il mio cuore, sarà il cervello
a pulsare e se lo getti nel fuoco
ti porterò nel flusso del mio sangue."


- R. M. Rilke -





"È stato un solco tracciato all’improvviso
senza certezze, senza prudenza
nell’ annusarci d’istinto e di stupore,
in un crescendo che ha dell’ irregolare.

Forse l’attesa ci ha visto troppo soli,
forse nel mondo non sapevamo stare
così distanti ad aspettarci ancora.

Così prudenti,
così distanti,
così prudenti.

Sei il suono, le parole
di ogni certezza persa dentro il tuo odore.
Siamo gli ostaggi di un amore
che esplode ruvido di istinto e sudore.

È stato un lampo esploso in un secondo
a illuminarti in un riflesso,
quando temevi tutta la luce intera,
l’iridescenza della tristezza.
Probabilmente

lasciandomi cadere a peso morto al tuo cospetto
avrei sicuramente permesso la visuale
sulle mie alienazioni, sui miei tormenti,
sui miei frammenti.

Ma voglio che tu
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che poi
nell’insinuarti sia incantevole.
Ma voglio che tu
tu piano piano faccia strage di me
in un incerto compromesso
tra la mia anima e il suo riflesso.

Sei il suono, le parole
di ogni certezza persa dentro il tuo odore.
Siamo gli ostaggi di un amore
che esplode fragile
di istinto e sudore.

Quanti graffi da accarezzare
per tutti i cieli che possiamo tracciare,
tutte le reti del tuo odore
dentro gli oceani che dobbiamo affrontare.

Ma voglio che tu
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che tu
nell’insinuarti sia incantevole.
Ma voglio che tu
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che tu
nell’insinuarti tu sia incantevole.
Ma voglio..."


(Subsonica – L’odore)





"Per dire che ancora
tremo
quando parli
di qualsiasi cosa
e, senz’altro,
faccio come se non sentissi
questo disastro
che mi armi dentro.
Solo per questo
ti lascio partire e ritornare
come un mare caparbio
sulla mia sabbia."


- A. M. Puerta -

Quello che conta non è ciò che si dice..

venerdì 24 giugno 2011 - ore 03.04

..ma quello che non occorre dire.


Perché non c’è sollievo più grande di quello di non dover spiegare niente.

Stare davanti a te, specchio in cui ritrovo me stessa,
e non sentire alcun bisogno di abbassare lo sguardo.

Sei l’unico riflesso che non mi fa paura,
che rende sopportabile qualsiasi immagine della vita che ci scorre attorno.




“Gli uomini non hanno più tempo
per conoscere nulla.
Comprano dai mercati le cose già fatte.
Ma siccome non esistono mercati di amici,
gli uomini non hanno più amici.”


Quante cose non hanno e non vedono, gli uomini?

Quante cose rimangono senza voce e senza luce?

Ma non per questo smettono di essere speciali.





"When you were standing in the wake of devastation
When you were waiting on the edge of the unknown
And with the cataclysm raining down
Insides crying, “save me now”
You were there impossibly alone

Do you feel cold and lost in desperation ?
You build up hope
But failure’s all you’ve known
Remember all the sadness and frustration

And let it go
Let it go

And in a burst of light that
blinded every angel
As if the sky had blown
the heavens into stars
You felt the gravity of tempered grace
Falling into empty space
No one there to catch you in their arms

Do you feel cold and lost in desperation ?
You build up hope
But failure’s all you’ve known
Remember all the sadness and frustration

And let it go
Let it go

Do you feel cold and lost in desperation ?
You build up hope
But failure’s all you’ve known
Remember all the sadness and frustration

And let it go

Let it go

Let it go

Do you feel cold and lost in desperation ?
You build up hope
But failure’s all you’ve known
Remember all the sadness and frustration

And let it go
Let it go..."

C’è una crepa in ogni cosa..

Tuesday, June 21, 2011 - ore 00:24

..ed è da lì che entra la luce.





"Il vetro fa il miracolo, la magia… Entrare in un posto e avere l’impressione di uscire fuori… Essere protetti dentro qualcosa che non impedisce di guardare ovunque, lontano…

Fuori e dentro nello stesso momento… al sicuro eppure liberi… questo è il miracolo, e a farlo è il vetro, solo il vetro.

[…] E’ la magia del vetro… proteggere senza imprigionare… stare in un posto e poter vedere ovunque, avere un tetto e vedere il cielo… sentirsi dentro e sentirsi fuori, contemporaneamente…

un’astuzia, nient’altro che un’astuzia… se lei vuole una cosa e però ne ha paura non ha che da mettere un vetro in mezzo.. tra lei e quella cosa…
potrà andarle vicinissimo eppure rimarrà al sicuro…

Non c’è altro… io metto pezzi di mondo sotto vetro perché quello è un modo di salvarsi… si rifugiano i desideri, lì dentro… al riparo dalla paura… una tana meravigliosa e trasparente."

(A. Baricco - Castelli di Rabbia)





"Quando la gente ti dirà che hai sbagliato... e avrai errori dappertutto dietro la schiena, fregatene.
Ricordatene. Devi fregartene.

Tutte le bocce di cristallo che hai rotto erano solo vita... non sono quelli gli errori... quella è vita... e la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca...

io questo l’ho capito, il mondo è pieno di gente che gira in tasca con le sue piccole biglie di vetro... le sue piccole tristi biglie infrangibili...

e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo... sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino... ci si vede dentro tanta di quella roba... è una cosa che ti mette l’allegria addosso...

non smetterla mai... e se un giorno scoppieranno, anche quella sarà vita, a modo suo... meravigliosa vita."

(A. Baricco - Castelli di Rabbia)





"Voglio che tu venga da me senza passato. Le frasi che hai imparato, dimenticale. Dimentica di aver frequentato altre stanze da letto, altri luoghi. Vieni da me come fosse la prima volta. Non dire mai che mi ami fino al giorno in cui me lo dimostri..
...
Il labirinto. Trova la via d’uscita e avrai in premio cio’ che il tuo cuore desidera. Fallisci e vagherai per sempre fra le sue mura implacabili…"

(Jeanette Winterson - Scritto sul corpo)





"Tutto quello che c’era io l’ho visto, guardando te.
E sono stata ovunque, stando con te.

E’ una cosa che non riuscirò a spiegare mai a nessuno. Ma è così.
Me la porterò dietro e sarà il mio segreto più bello."

(A. Baricco - Castelli di Rabbia)

"In realtà era lo stupore a fregarlo..

Monday, June 20, 2011 - ore 23:23

...lui non aveva difese contro la meraviglia."





"Vorrei essere una bomba a neutroni,
per una volta potrei non funzionare

Vorrei essere un sacrificio
ma in qualche modo esserne sopravvissuto

Vorrei essere un ornamento sentimentale
che tieni stretto a te.





Dell’albero di natale, vorrei essere la stella
che finisce sulla cima.

Vorrei essere la testimonianza,
vorrei essere l’esempio per 50 milioni di mani
alzate e protese verso il cielo.





Vorrei esser un marinaio
con una persona che mi aspetti

Vorrei essere fortunato,
fortunato come me

Vorrei essere un messaggero
con solo notizie buone

Vorrei essere la luna piena
che brilla sul tettuccio di una Camaro





Vorrei essere un alieno
di casa dietro il sole

Vorrei essere il souvenir
su cui tieni appese le tue chiavi di casa

Vorrei essere il pedale del freno
da cui la tua vita è dipesa





Vorrei essere la parola “fiducia”
e non deluderti mai

Vorrei essere una canzone alla radio,
quella per cui hai alzato il volume

Vorrei...vorrei... vorrei... vorrei...
Scommetto che non si ferma mai."



Pearl Jam - Wishlist





"Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore e
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poichè non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta."


R. M. Rilke

Favole

Thursday, June 16, 2011 - ore 15:35




Eppure, per quanto indubitabilmente sia meravigliosa la luce della sera, c’è qualcosa che ancora riesce ad essere più bello della luce della sera, ed è per la precisione quando, per incomprensibili giochi di correnti, scherzi di venti, bizzarrie del cielo, sgarbi reciproci di nubi difettose, e circostanze fortuite a decine, una vera collezione di casi, e di assurdi - quando, in quella luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente, piove.
C’è il sole, il sole della sera, e piove.
Quello è il massimo.

E non c’è uomo, per quanto limato dal dolore o sfinito dall’ansia, che di fronte a un’assurdità del genere non senta da qualche parte rigirarsi un’irrefrenabile voglia di ridere.

Poi magari non ride, veramente, ma se solo il mondo fosse un sospiro più clemente, riuscirebbe a ridere. Perche è come una colossale e universale gag, perfetta e irresistibile.
Una cosa da non crederci.

Perfino l’acqua, quella che ti casca sulla testa, a minute gocce prese di infilata dal sole basso sull’orizzonte, non sembra neanche acqua vera.
Non ci sarebbe da stupirsi se ad assaggiarla si scoprisse che è zuccherata.
Per dire.
Comunque acqua non regolamentare.

Tutt’una generale e spettacolare eccezione alle regole, una grandiosa presa per il culo di qualsiasi logica.
Un’emozione.

Tanto che tra tutte le cose che poi finiscono per dare una giustificazione a questa altrimenti ridicola abitudine di vivere certo figura anche questa, in cima alle più nitide, alle più pulite: esserci, quando in quella luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente, piove.

Almeno una volta, esserci.



Alessandro Baricco - “Castelli di Rabbia”





“Ricordi la prima volta che danzammo insieme?
Rammenti la notte in cui facesti svanire la mia bruttezza?
La notte in cui mi lasciasti con un bacio così gentile..
Solo un’essenza di bellezza dimenticata.

Ah, caro amico ricordo quella notte,
la luna e i sogni che abbiamo condiviso.
La tua zampa tremante nella mia mano
sognando quelle terre del nord,
toccandomi con il bacio di una bestia.

So che i miei sogni son fatti di te
di te e solo per te.
Il tuo oceano mi trascina giù
la tua voce mi fa a pezzi.
Amami prima che l’ultimo petalo cada.


Non leggesti la favola
in cui il lieto fine arriva dopo aver baciato un rospo?
Non conosci questa favola
nella quale quello che ho sempre cercato mai avrò,
perché chi potrà mai imparare ad amare un bestia?

Per quanto siano freddi il vento e la pioggia
sarò la per alleviare le tue pene.
Per quanto siano crudeli gli specchi del peccato,
ricorda: la bellezza si trova dentro.”


Tuomas Holopainen

Smantella il sole e le stelle nel loro levarsi...

Tuesday, June 14, 2011 - ore 23:29

...e strappa dall’orizzonte il buio nei nostri occhi.








"Donami la bevanda del fluido
che disintegra
E concedimi il balsamo dolce e benedetto
dell’oblio, vuoto e potente
Lete





Tienimi vicino, districa le stelle
mentre aleggio attraverso i cieli
mentre aleggio nella notte
Poiché tu sei la mia lama e la mia corda
Tu sei il mio Lete





Nelle correnti di cobalto
infuri nel mio cuore
Per recidere, per pungere
i ricordi che bruciano

Lascia che le tue dita
scorrano le arterie
in acuminate pugnalate di dolore
come artigli, per uccidermi di nuovo





Rapiscimi, devastami e colpiscimi di nuovo
perché io brucio e tremo
Brucio ad ogni movimento.

Così, purificato grazie ad una luce diffusa
appaio; nuovamente plasmato e rinnovato
Accarezzato dal balsamo dolce e benedetto
dell’oblio, vuoto e potente
Lete





Tienimi vicino, mio unico amico e guida
Mentre annego nelle tue dita
Mentre annego nel tuo amore
Poiché tu sei la vita che odio
Tu sei il mio Lete




Mi trascini giù, in sospiri appassionati
con l’oceano al di sopra di me
e le fiamme nei miei occhi

Concedimi una vita che posso vivere
Al di fuori…
Portami via…

… dalla vita che odio."


Dark Tranquillity - Lethe





“..alla riscossa stupidi che i fiumi sono in piena
potete stare a galla.
E non è colpa mia se esistono carnefici
se esiste l’imbecillità.”





Se ci fossero parole per questo canterei o urlerei?
Darei il mio sangue per restare, il mio sangue solo per restare proprio qui.

Little wonders

martedì 14 giugno 2011 - ore 23.17

E chi se ne frega delle occhiaie, dei piedi gonfi, delle gambe maculate e del sonno che non basta mai?
Di chi non capisce e ti mette i bastoni tra le ruote, e di tutto il cosmo che ti rema contro per farti demordere?

Ho visto le persone dire poche parole ma fare tanto, sono rimasta incredula davanti a fin troppe sorprese, e ho passato le ore più distruttive e belle che potessi mai sperare.

Non sono nemmeno capace di dire grazie come si deve, ma ho impresso nel mio cuore quanto è necessario per non dimenticare, quanto una foto non saprebbe mai dire.

A momenti credo quasi di essere felice.





* * *


This road salt...

Saturday, June 11, 2011 - ore 15:33





"Lei si spoglia nel paradiso
della sua memoria

Lei non conosce il destino feroce
delle sue visioni

Lei ha paura di non sapere nominare
ciò che non esiste"


-Alejandra Pizarnik-




Ho sempre amato le ricorrenze, l’importanza che si da ad alcuni giorni, la necessità di farli propri, di arricchirli con lustrini colorati di memoria e candeline luminose.

E lo so bene quanto inutile sia voler fermare momenti che passano lasciando solo qualche foto per gli album di famiglia, senza mai riuscire a catturare i sorrisi, quelli veri, delle persone che in quel momento ti hanno fatto sentire davvero speciale.

Ci sarà sempre qualcosa che manca, e in certi giorni pesa più che in altri.

"..ma io continuo il cammino"




(giugno 2005)


"Questa volta cercherò di non farmi male
Questa volta resterò intatto tra il dolore e la sporcizia
Questa volta, mi atterrò a quello che ho imparato
Questa volta volerò basso e non mi brucerò




(2006)


Forse non è abbastanza
Forse questa volta è davvero troppo
Forse non sono forte
Forse questa volta la strada è troppo tortuosa
Proseguo a piedi, e mi siedo, mmh...




(11 giugno 2007)


Ho camminato per tanti anni
Ho consumato tutti i miei stivali, ho pianto tutte le lacrime
Così ho lasciato il crocevia
E molte scelte bruciate nella mente




(11 giugno 2008)


Forse non è abbastanza
Forse questa volta è davvero troppo
Forse non sono forte
Forse questa volta la strada è troppo tortuosa




(11 giugno 2009)


Per portarmi a casa
Per portarmi a casa
Per portarmi a casa

Ma io continuo il cammino"




(11 giugno 2010)


E il cammino mi mostra l’alba del giorno del mio compleanno.
Ed è serena, chiara, e luminosa.




(11 giugno 2011)


...my road salt.

Wound of sky...

Thursday, June 09, 2011 - ore 19:37

...in the clouds.







L’aria fresca pizzica il naso e solletica la gola, mentre l’umidità si addensa sulle superfici e tenta di rimanervi aggrappata, combattendo contro qualsiasi forza opposta. La sento coagularsi sulla pelle, come se fosse sangue che rimane addosso alle ferite non lavate.
Anche i miei pensieri fanno la stessa cosa: si aggrappano l’uno all’altro, generando un attrito ruvido, rimanendo in bilico sul filo di una riflessione cicatrizzata, senza accennare a mollare la presa.

Cammino lentamente e mi fermo di continuo: guardo le vetrine, i vicoli, i marciapiedi, le panchine…mi riempio gli occhi di dettagli e il cuore di ricordi, come se potesse essermi utile per attaccare qualche pezzo di stucco provvisorio, lì dove sono aperta a metà.

Provo un senso di vertigine a guardarmi intorno, consapevole che ogni cosa è perfettamente collegabile a pezzi di memoria che ho smarrito, ma so che il filtro della mia mente è ingannevole.
Guardo meglio, e mi accorgo che tutto ormai è cambiato, che la realtà mi sbatte in faccia la lezione con l’arma spietata dell’immediatezza visiva.

E’ diventato quasi un gioco: cercare i posti e trovarli diversi. E riderci sopra, e poi piangere, e alla fine respirare a fondo finché non sedimenta tutto da qualche parte dentro al cuore, mentre lo sguardo si arrende a dover registrare una nuova visione.

Si ha sempre paura di cambiare, anche quando lo si è già accettato, anche quando lo si è voluto fermamente. Ma il mondo intorno non ne ha, ed è solo negli scaffali impolverati dove lasciamo i ricordi che la realtà rimane immutata, perché diventa affettiva, privata, caricata di significati che là fuori, intrinsecamente, non ha.

Ricomincia a piovere a dirotto, e attraverso l’acqua che si schianta al suolo non vedo più le cose come sono, né com’erano.
Mi convinco che è questo il limbo in cui posso trovare l’occasione di vederle soltanto come voglio io.
Ma mi sento un po’ più vecchia, e so che non ci sarai.

Non importa se la voragine rimane lì a fissarmi: io ci cammino attorno continuando a tracciare disegni nell’aria, seguendo la via che ho scelto da sola, con una convinzione della quale fino a pochi mesi fa non mi sarei mai creduta capace.

Piove ancora, ma conosco il segreto per trasformare la pioggia in qualcosa di piacevole, e assaporo la sensazione sulla pelle mentre mi sembra di presagire già il suo odore.
Chiudo gli occhi e immagino qualcosa di completamente nuovo: così adesso la pioggia scorre sui vetri della veranda, disseta le piante giù nel cortiletto, e dalla stanza accanto proviene una voce inconfondibile.

Mi sveglio di soprassalto, come quando si ha la sensazione di aver dormito troppo e si teme di non aver sentito la sveglia.
Mi basta un attimo, e mi accorgo che mentre tutto intorno a me girava in vortici nebbiosi e indefiniti, io non mi sono mai mossa da qui, da questa presa forte e sicura attorno al mio corpo.

Ho smesso di tenerci troppo alla buonanotte.

Buongiorno mondo.






"Hey, c’è nessuno là dentro?
Solo un cenno se mi senti.
C’è nessuno in casa?

Su, avanti
lo so che ti senti giù,
io posso alleviare la tua sofferenza
e rimetterti in piedi.

Rilassati,
ho bisogno di alcune informazioni, prima di tutto,
solo alcune cose elementari,
puoi mostrarmi dove ti fa male?

Non c’è più dolore, ti stai rimettendo.
Il fumo di una nave lontana si staglia all’orizzonte
tu stai solamente nuotando in mezzo alle onde,
le tue labbra si muovono ma non riesco a sentire ciò che dici.
Quando ero bambino ho avuto la febbre,
le mie mani erano come due palloni.

Adesso provo la stessa sensazione una volta ancora,
non riesco a spiegare, non capiresti che
questo non è quello che sono,
sono diventato piacevolmente insensibile.

Sono diventato piacevolmente insensibile.

Ok, solo un punturina,
niente di più,
ma potresti sentirti un pò male.
Riesci ad alzarti?
Penso che stia funzionando, ottimo.
Questo riuscirà a farti proseguire lo spettacolo.
Avanti, è ora di andare.

Non c’è più dolore, ti stai rimettendo.
Il fumo di una nave lontana si staglia all’orizzonte
tu stai solamente nuotando in mezzo alle onde,
le tue labbra si muovono ma non riesco a sentire ciò che dici.

Quando ero bambino
ho avuto una visione sfuggente
oltre l’angolo della vista,
mi sono voltato per osservarla ma non c’era più,
adesso non riesco ad indicarla con il dito,
il bambino è cresciuto,
il sogno è svanito
e… sono diventato
piacevolmente insensibile
"





(comfortably numb)