~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

giovedì 30 giugno 2011

"The fall has come to hurt...

domenica 13 marzo 2011 - ore 22.02


...beloved, I was sometimes downhearted."




E’ strano, sentirsi sconvolti, dilaniati, scombussolati, buttati qua e là nella vita come pezzi di lamiera arrugginita in balia del caso.
Oscillo tra stati completamente differenti e opposti..."I’m deranged". Qualcuno direbbe che sono semplicemente psicolabile, io penso di essermi smarrita, invece.

Finché c’era una fune tesa tra terra e cielo, tra realtà e sogno, Neve poteva avanzare. La linea era retta, un piede dopo l’altro e la voglia di equilibrio.
La fune stava là, anche se a volte tentavo acrobazie folli, anche se mi allungavo verso le stelle afferrando bolle di sapone piene di sogni, e poi ricadevo facendomi ogni volta più male, affondando nel fango fino alle ginocchia ma rimanendo col naso all’insù. La fune era là, bastava solo risalire.

Non so di preciso cosa mi rimane: me stessa, mi dicono. E dicono anche che dovrei essere egoista, pensare a me...ma io sono quello che do, quello che faccio anche in funzione del mondo e degli altri.
Sento il calore, l’affetto, sento i saggi consigli e le parole di conforto, sento anche l’odore di una libertà incondizionata che mi solletica i piedi.

Ma se guardo meglio vedo solo un baratro, un’infinita cavità buia nel cielo, dove ogni stella brilla da sola. E muore da sola, perché è questo che fanno le stelle di continuo: muoiono.

Mi aggrappo alla luce che vedo, chiudo gli occhi e seguo le sensazioni. Vedo cose splendide, persone magnifiche, ma non riesco ad afferrarle. Mi ci spingo contro con tutte le mie forze, ma non sono capace di darmi realmente: non sono più io, non so più cosa dare se non mi resta nulla.

E’ paura, dicono che sia paura, e questa cantilena risuona come verità assoluta. Ma è una gran cazzata: la paura era quella che mi teneva legata a un’abitudine che stava logorando quel che di più bello c’era nell’amore.

Non è paura: è consapevolezza.

E’ aver perso l’innocenza del sognatore, la leggerezza del funambolo, la polvere di stelle. Ho dato tutto e ho fallito, ho pugnalato i sentimenti più candidi, ho inseguito il bianconiglio in un inferno dal quale non sono ancora realmente uscita.
Ho fatto del male consapevole di farne, ma nulla mi ha fermato.

E’ necessario vivere, seguire i propri istinti, le proprie voglie, i propri desideri. Tutto è così incerto e precario che ogni momento di rassegnazione e accettazione è solo un altro suicidio da killer seriale.
Quindi ci provo, perché no? Ci provo e galleggio, senza più vedere la fune, ma solo la bufera, quella tempesta che mi infuria dentro e che non imparo mai a placare.

E in questo teatro delle marionette in cui l’assurdo trionfa, danzando coi deliri della fantasia, e suonando lunghi e insopportabili requiem, non riesco a liberarmi di tutto ciò che mi porto dentro, come un gemello abortito.

E’ questo che fa l’amore? Ti si insinua nelle viscere e ti pianta dentro un cancro che cresce insieme a te, che si espande e si ramifica in ogni angolo del tuo essere, che ha vita propria eppur si nutre di te, come parassita che prima o poi degenera, si corrode, marcisce portandoti via con sé.
No, non muori realmente, perché è solo una fottuta metafora, ma muore una parte di te, quella parte che paradossalmente è l’unica che ha vissuto davvero.
Perché l’amore è un mostro che prima o poi ti dilania l’esistenza, ma finché ciò non accade ti regala la possibilità di essere felice e appagato in un modo che è impossibile descrivere.

Va tutto bene. Sto molto bene.
Abito insieme ai miei fantasmi, sono con me, stanno al mio fianco, nella mia ombra, nelle pieghe delle parole e nei respiri che muoiono in gola.
E’ tutto nella norma.

Downhearted.

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