~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
Lunacy 5 - Lunacy 6 - Lunacy 7 - Lunacy 8
Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

giovedì 30 giugno 2011

in chains

Sunday, May 22, 2011 - ore 15:22


Ho creduto di aver visto l’inferno, pensavo di conoscerlo completamente. Soltanto ora capisco: l’inferno è risvegliarsi assaporando le lacrime in bocca, cercando invano di dare il buongiorno a qualcosa che non c’è più.

Sono stanca di scappare lungo queste strade maledette. Sono stanca di predatori e vittime. Ho lavato via il tuo sangue dalle mie mani, credevo di essermene liberata, ma con il tempo è diventato fango: una ruvida crosta di colpa.

Detesto queste mani intrise di sangue. Detesto ciò che i miei occhi hanno visto. Fino alle mie ginocchia nella melma e nel fango…Quanto male fa purificarsi?

E ti senti come se stessi nutrendo la bestia perfetta: dissanguata abbastanza per continuare a colpire.
Ripensi alla prima volta che hai capito che la colpa ti rimane addosso, che gli sbagli non si cancellano, che il tuo dolore ferisce e semina tempesta.

Pensavi di essere innocente, e avevi foreste e montagne che erano solamente tue, e volevi correre attraverso i giorni d’estate catturando ricordi per gli anni a venire.

Ora sono l’animale che si desta. Indugiando, desiderando, graffiando, cadendo. Ribelle figlia di un lago di montagna, di un vento senza ali, di una tempesta senza occhi. Orme sulle ceneri calpestate.





Desiderio e disprezzo in egual misura. Non c’è una via di mezzo nella quale sostare, non c’è un limbo di redenzione per i peccatori.
Riempio la mia testa di sogni stupendi: vorrei quasi cedere e fare finta che và tutto bene, ascoltare arrendevole un’ultima favola, lasciarmi cullare da una voce colma di menzogne mentre sento il pugnale spinto a fondo nel mio cuore.

Ma se chiudo gli occhi lo vedo ancora quel cappio celato dal vuoto dietro le mie palpebre: so che mi tiene sospesa sopra a un burrone, abbandonata a dondolare nella brezza effimera dei sogni dimenticati.

E’ la sete che non si attenua. Quella sete che non si spegne mai.
Un giorno nutrirò un serpente, berrò il suo veleno fino all’ultima goccia, e starò sveglia fino a che tutto il dolore svanirà. Sorgendo, camminerò nuovamente fuori dall’acqua, soccombendo al vento ed alle onde, liberandomi dal pianto della mia anima.
Uccelli notturni canteranno la mia solitudine, oceani di lacrime s’alzeranno inesorabili come le maree, e tempeste di tristezza purificheranno le mie ali fatte di vento.





Chiudo gli occhi e sento il vento farsi più intenso. Accolgo il suo tocco avido e indelicato sul viso mentre penso che se se solo potessi mettermi a correre, sfrecciando tra le foglie come fa lui, continuando ad andare senza mai fermarmi, forse potrei anche raggiungere quel che ho perduto.
Raggiungerlo, ritrovarlo, ma poi? Solo nei sogni è ammesso vivere l’inverosimile, spingersi in luoghi che persino il cuore ha dimenticato.

Ma riapro gli occhi e sono nello stesso posto di prima. Io, e quella latente consapevolezza di non poter vivere con lo sguardo volto all’indietro.
Quante foglie sono cadute dagli alberi? Quanta acqua dalle nuvole? La distanza continuerà a coprire il cammino perduto, devo solo continuare a camminare.





Non ho mai smesso di fissare un fuoco senza vedere nella luce la danza delle ombre. Non c’è alba che non mi ricordi come ho cercato di trasformare crepuscoli in aurore, e non c’è fiume che non mi restituisca la mia immagine riflessa, percorsa dalle increspature inquiete dell’acqua.

Affido al vento i miei segreti, riempio i silenzi con musiche assordanti, cerco la pioggia per cancellare la malinconia, ma non ho ancora trovato una cura per ciò che non si dimentica.
Annaspo alla ricerca della mia libertà, avanzo a spade sguainate e conquisto terreno, ma trascino con me tutto quello che sono, e non posso tranciare alcun filo di quelli che mi porto alle spalle.

Accendo stelle in ogni angolo di mondo che meriti d’esse rimirato nella sua intima bellezza, e spargo bolle di sapone nei cieli affinché volteggino verso le nuvole in cui si perdono i sentimenti più puri: troppo leggeri per la pesantezza di questo fango tra i piedi.
Continuo il mio viaggio prendendo l’impronta a un modo libero, tessendo le mie fantasie tutto intorno, e libera dall’oppressione del guinzaglio danzo con lo spirito dell’aria.
Ma la via è tortuosa e il mio incedere implacabile: ad ogni passo la mia indulgenza va scemando e il pesante orgoglio di essere ciò che ho scelto si fa sempre più imponente.


* . * . * . * . *


“Posa il tuo amore nel palmo della mia mano, lì dove le tentazioni giacciono dentro qualcosa che hai già provato.
E mentre serro il pugno, risvegliando le mie paure addormentate, senza rancore attenuerò la sete con le nostre lacrime.”





“I shout and call for rejoicing
I hear the sound of angel wings
Escape us as we close the ring
And into the fire we will fall
Our desire, our flame, our call
So be it, once for all

And you are the dream and I am the lie
I am the Devil and you are my disguise
I’m all the pain you always tried to keep inside

Love in chains
We break free
There is a time
For you and me

Not today
Not tomorrow
But one day our sorrow
Shall go away…”

Tiamat – Love in chains 

Nessun commento: