~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

giovedì 30 giugno 2011

"Ma sul tuo piccolo pianeta...

Tuesday, April 05, 2011 - ore 02:56

...ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo.
E guardavi il crepuscolo tutte le volte che volevi."





“Mascherata: mascheriamo la realtà.
Quante facce di te ci stai celando?
Mascherata, per beffare la beltà,
neanche tu lo saprai chi sei davvero.
Mascherata: tra colori e vanità
la magia che ti avvolge col suo manto
suona di mondanità
un miraggio che appare per incanto.”






Osservo il mio volto nello specchio, intenta a ripulirlo dalle linee scure di un rimmel sbavato, e cambio volutamente espressione, scoprendo lentamente contorni asimmetrici incessantemente mutevoli, scorrendo sul mio viso tante maschere quante la fantasia può crearne.

E’ estraneo quel che vedo nello specchio, solo il doppio di un doppio, che mi fa sprofondare in un vortice paradossale di illusioni.
Ma la realtà è apparenza, e l’apparenza realtà: non è meno vero un miraggio visivo soltanto perché non ha consistenza.

La mente crede a ciò che vede, e infiniti palcoscenici compenetrati l’uno all’altro invadono la realtà, rendendo il confine tra verità e illusione qualcosa di così piacevolmente inafferrabile.





Ho un’esposizione di maschere perfette ed intaccabili, riposte con ordine nel camerino della mia mente, costumi diversi che posso indossare a seconda dei casi, seguendo l’incessante ritmo dell’immaginazione.

Cerco di mantenere il controllo, e mi rendo conto che non centra nulla l’autoconservazione né il bisogno di nascondermi.
E’ questo vuoto che si espande, inghiottendo tutto ciò che lo circonda in un vortice d’abisso, che ha bisogno di finzioni perfette.

E’ tutto quello che mi scorre addosso a scalfirmi il volto e incidermi la pelle, tutto quello che intacca la mia presenza fisica su quest’immenso palcoscenico, costringendomi a cucirmi addosso infinite volte pezzi diversi di realtà.





Non sono certa che esista una me stessa univoca, una persona che corrisponda a un’autentica faccia senza inganno.

Siamo marionette che s’agitano convulsamente senza poter prevedere i propri gesti.

Bambole usurate, ancora laccate di vernice sulla cera esternamente, ma divorate dalle tarme nelle cavità del loro interno.





Tutto intorno è un’infinita mascherata, una gloriosa parata di facce di cartapesta. Mi immergo nella folla sorridente, tra le facce uniche e fissate per sempre, dove il vero è falso e la menzogna è verità.

Chi è chi? Non ha importanza. E’ solo una mascherata che invade la realtà.






"Lei lo guardò, cadde a terra e gli posò il capo sulle ginocchia. Stette in silenzio, e rimase a lungo così, senza muoversi.

Gli cadde in braccio: non rispondeva né con una pressione delle mani né con un movimento. Teneva la mano sul cuore, e ad un tratto ruppe in un grido con un torcersi spasmodico di tutto il corpo.

Si drizzò e cadde nel momento stesso a terra dinanzi a lui, come se tutte le articolazioni le si fossero spezzate: era atroce a vedersi.

Ad un tratto parve irrigidirsi sempre di più, come chi sopporta una sofferenza fisica suprema; ma poi, con un nuovo impeto, le sue membra si ravvivarono e, come se in lei fosse scattata una molla, gli si gettò al collo.

Non c’è parola che possa dire la potenza di quelle lacrime. Temetti che stesse per disfarsi colando tra le sue braccia e che nulla sarebbe rimasto di lei."





"Ah, manca un niente, e potrei capire, approvare tutto questo.

Un passo soltanto e la mia profonda miseria diverrebbe beatitudine."






Così la volpe iniziò ad amare il rumore del vento nel grano, e a sorridere lasciandosi solleticare dalla consapevolezza del tempo perduto per le cose importanti.

Così la volpe capì quel che le era sempre sfuggito, anche se sapeva tutto sull’addomesticare, anche se aveva avuto principi di ogni sorta.

L’essenziale è invisibile agli occhi, ma lì dove si ripone il cuore c’è un giardino stellato che nessuno potrà mai calpestare.



(photos by Elvenstar)


Location: colli euganei, Arquà. (foto)

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