~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

mercoledì 28 settembre 2011

Healing now



 "Dimmi dove fa male, così che io possa raggiungere il dolore.
Dimmi dove fa male. Pompalo attraverso le mie vene.
Sii coraggioso e dimmi dove fa male.





C’è qualcosa nel profondo che non vuoi mostrare.
C’è qualcosa che nascondi, perchè se hai paura me ne andrò.
Ma..no…Dimmi dove ti fa male.





Mi dici di non andare
…dimmi dove ti fa male…
Dici di voler essere il mio sacro graal
…dimmi dove ti fa male…
E la tua pelle è bianca come neve cadente
…dimmi dove ti fa male…
Ma se lo faccio, sarai coraggioso abbastanza da lasciarmi passare attraverso,
fino a toccarti dove fa male?





Ti toccherò dove fa più male..
Ti toccherò dove fa più male..
Ti toccherò dove fa più male..
E tu potrai toccare me.
Vieni e toccami lì dove fa male.

Chiunque io conosca sembra essere rotto dentro.
Chiunque soffre soltanto per il fatto di essere vivo.





Toccami dove fa male.
Toccami dove fa male.
Toccami dove fa male.
Avanti… Vieni a toccami dove fa male."


(Pain of Salvation - Where It Hurts)





“L’uomo aveva ucciso colei che amava : e per ciò egli doveva morire.
Eppure ogni uomo uccide ciò ch’egli ama, e tutti lo sappiamo: gli uni uccidono con uno sguardo di odio, gli altri con delle parole carezzevoli, il vigliacco con un bacio, l’eroe con una spada!

Gli uni uccidono il loro amore, quando sono ancor giovani ; gli altri, quando sono già vecchi ; certuni lo strangolano con le mani del Desiderio, certi altri con le mani dell’Oro; i migliori si servono d’un coltello, affinché i cadaveri più presto si gèlino.





Si ama eccessivamente o troppo poco; l’amore si vende o si compra ; talvolta si compie il delitto con infinite lagrime, tal’altra senza un sospiro, perché ognuno di noi uccide ciò ch’egli ama – eppure non é costretto a morirne.





Non é costretto a morire d’una morte infamante in un giorno di tetra jattura, non ha intorno al collo il nodo scorsoio, né la maschera sulla sua faccia ; non sente, attraverso il palco, i suoi piedi precipitare nel vuoto.





Non é costretto a vivere assieme a degli uomini taciturni che lo sorvegliano di giorno e di notte ; che lo spiano quando vorrebbe piangere o quando tenta di pregare; che lo spiano per la paura ch’egli stesso defraudi la prigione della sua preda.

Non é costretto a destarsi sul far dell’alba per scorgere delle spaventose figure raccolte nella sua cella; il Cappellano che trema, paludato di bianco, lo Sceriffo severo, in attitudine di compunzione e il Governatore tutto nero e cerimonioso – con una gialla faccia da Giudizio Universale.





Non é costretto a levarsi con una fretta che fa pietà, per indossare i suoi abiti di condannato, mentre il medico dalla bocca volgare lo cova cogli occhi e prende nota di ogni gesto grottesco e di ogni contrazione nervosa, maneggiando un orologio i cui deboli tic-tac somigliano ai colpi sordi di un orribile martello.

Non é costretto a conoscere la sete bruciante che strazia la gola, prima che il carnefice con i suoi guanti di ruvido cuoio entri per la porta ferrata e vi leghi con tre cinture, in modo che la vostra gola non abbia più sete.





Non è costretto ad inginocchiarsi per ascoltare il salmo dell’Ufficio dei Morti ; e, mentre il terrore della sua anima gli accerta che non é morto, non incontra la sua bara, entrando nell’orrida baracca.

Né é costretto a gettare un estremo sguardo al cielo attraverso un piccolo pertugio di vetro ; e non prega con delle labbra argillose che la sua agonia termini presto; e non sente sulla sua guancia che rabbrividisce il bacio di Caifa.”


(Ballata del carcere di Reading – Oscar Wilde)





Non conosco sofferenza che eguagli la disperazione dell’assenza, e non ammetto cura che non sia la tua presenza.
Nulla potrebbe farmi altrettanto male. Solo te temo, temo ed amo come il più terribile despota che abiti le vene aride del mio cuore infranto.

Sanguino l’amore che non trattengo all’infuori da me, e in rivoli densi e scuri riverso tutto quel che ho, con il solo scopo di raggiungerti, toccarti, inondarti.
Quando il mio corpo non è abbastanza, quando le mie parole sono nebbia, quando anche lo sguardo si perde nel dubbio e nell’oblio, assaggia il mio sangue e lasciami entrare così come io ho fatto con te.

Perché sto guarendo.
Perché mi sto svuotando.
Perché ho paure terribili e momenti di felicità indescrivibili.
Perché ti amo.

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