~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

venerdì 16 dicembre 2011

Sinceramente. Violentemente.


Cammino al tuo fianco e non so dove andremo. Fai il broncio quasi sempre dopo il terzo click, ma sai benissimo che non basterà a fermarmi.

Voglio cogliere ogni sfumatura di questa luce iridescente, e voglio scavare nel tuo sguardo, vederci i colori come li concepisci tu: voglio diventare la tua stessa vista.



La città è grande e mi ubriaca di dettagli ammassati in variopinte forme che non sempre riesco a classificare.
Mi sembra di esser finita dentro uno di quei quadri senza prospettiva in cui ogni particolare cerca di emergere sugli altri, senza criterio, senza logica, ma creando un insieme colorato del quale godere intuitivamente.



Ti porto per le vie che milioni di turisti percorrono ogni giorno. Tiro la tua mano e continuo a meravigliarmi di qualcosa ad ogni svolta.

Capita che a stupirmi siano cose che hanno senso solo per me, criptate in forme geroglifiche dell’immaginazione che non ama esser spiegata. Eppure lo sai che non c’è divieto d’accesso al regno della mia fantasia.

Ti porto dove voglio andare, e cerco sul tuo viso una reazione diversa, che mi sussurri che ce l’ho fatta, che questa volta è qualcosa di completamente nuovo anche per te.

Ma è la tua città, e ad ogni passo riecheggia nella mia mente il pensiero che tu qui ci sei già stato, chissà con chi, con quale sorriso o con quale stupore hai guardato le stesse cose che ora ti indico io.



Così ora mi porti tu, lungo vie che i turisti evitano, per quelle strade che sono state la tua vita. E io continuo a tenere la tua mano e a cercare nei tuoi occhi tutto quello che non vuoi dirmi.

Adesso sono un’ombra, che ti resta addosso e ti segue ovunque, fedelmente, ma che non può avere parte nella storia.
Osservo in silenzio e riduco al minimo la mia presenza: io non faccio parte di questo mondo, non posso farne parte, e persino comprenderlo mi è difficile.

Per un attimo mi sembra di venir catapultata in una di quelle scene da film, in cui il protagonista osserva qualcosa che succede dal di fuori, come in sogno, e impotente cammina tra gli attori che continuano a recitare il loro copione in una lingua sconosciuta.

Ma non è proprio così: qualcuno ogni tanto si accorge di me, e tu sai che ci sono, tu continui a tirarmi verso di te, anche se sai benissimo che non uscirò dal mio universo attiguo, impossibile da intersecare.



Li guardo con maggior interesse, adesso, i tuoi occhi. Mi raccontano aneddoti di quello che eri e aprono tunnel segreti verso parti di te che non mi appartengono.

Lentamente inizio a comprendere e ad assaporare i colori di ogni cosa. Tutto intorno ci sono fantasmi della tua vita, che prendono forma e voce intorno a noi, dando un volto e delle sembianze reali ai tuoi racconti, impattando violentemente con i fantocci che avevo creato nella mia immaginazione.



E’ strano camminare tra fantasmi che non siano i miei. I miei non esistono qui. Sono un fantasma io stessa, un’ombra di un tempo diverso. In ogni caso fuori posto.

Non faccio nemmeno una foto, come se in cuor mio sentissi che sarebbe un sacrilegio. Ma ogni cosa resta impressa nella mia mente, persistente come l’odore forte di quei luoghi che rimane aggrappato ai vestiti, ai capelli, al respiro.



Sono felice e triste nel medesimo istante, mentre ti accompagno in questo viaggio tra tempi e mondi distinti, mentre mi dici che sei contento di essere lì con me, mentre cerco di prendere la forma di un cosmo che non è mio.

E non ti sorprendere se poi la notte spingo il viso contro la tua schiena, sbuffando lievemente come quel cane, troppo grosso anche per te, che volevamo portarci a casa.

Non ti sorprendere se devo starti così vicino da volerti rubare il sonno: non capisci? Sono un’ombra e ho il terrore di annullarmi, di perdermi negli echi nebbiosi di questi fantasmi stranieri.

Ho bisogno che tu mi assorba, che tu riesca ad assimilare la mia presenza in te.



Ma il sole è più luminoso qui, e l’ombra che sono si fa più netta e definita, imprescindibile.

Mi guardo intorno e comprendo quanti colori ci sono che posso fare miei.



“Avvicinati e prova a vivermi a ritroso
senza guardare indietro.
Sopravvivere è qualcosa di confuso
anche se non mi importa.



Se solamente il silenzio potesse parlare
quanto alta sarebbe la voce
di questa sinceramente tua, violentemente tua.

Senza di te sono muta.
Senza di te, violentata e nuda .
Nessuno può toccarmi come lo faccio io.



Se solo tu potessi strisciare dentro te stesso
e liberarmi da tutto il tuo peso
potrei ancora amarti al punto di odiarti?

Custodisci la mia colpa e usala come un giocoliere.
Quell’immagine di Cristo sul muro della tua camera da letto
ci farà sanguinare fino a redimerci.

Senza di te sono muta.
Senza di te, violentata e nuda .
Nessuno può ferirmi come fai tu.



Voglio sapere come ci si sente
ad andare avanti senza condividere.
Il tuo travestimento diabolico si sta rompendo.
Il tuo viso è ora così rude.

Consapevole, cieca, sorda e muta.
E’ l’unico modo per avvicinarmi a te.
E’ l’unico modo per mostrarti me stessa.



Senza di te sono muta
Senza di te..”


(Moonspell – Mute)


 
Sinceramente. Violentemente.
Tua.



Foto Barcellona

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