~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
Lunacy 5 - Lunacy 6 - Lunacy 7 - Lunacy 8
Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

giovedì 23 febbraio 2012

Blood Riding Hood




- Che braccia grandi hai. -

- Per abbracciarti meglio. -

- Che denti grandi hai! -


Gli vide le fauci riempirsi di bava, ma la bambina non batté ciglio persino quando il lupo le rispose:

- Per mangiarti meglio. -

La fanciulla scoppiò in una fragorosa risata; nessuno mai avrebbe fatto di lei un boccone. Gli rise in faccia, fu lei a strappargli la camicia e a buttarla nel fuoco tra le ceneri ardenti dei suoi abiti smessi…

Guardate! Eccola lì, dolce e sicura, dorme nel letto della nonna tra le zampe del suo amorevole lupo.

(La camera di sangue di Angela Carter)



Il successivo racconto, "La compagnia di lupi", si apre con la descrizione del lupo e della sua ferocia. Il lupo riempie con i suoi ululati la foresta di notte; astuto e feroce non può rinunciare al sapore della carne di cui soltanto si nutre.
La descrizione della spietata e disumana ferocia del lupo appartiene a quel sapere comune tramandatosi di generazione in generazione con lo scopo di avvertire e proteggere dal pericolo chi si avventura incauto in quei territori che del lupo sono il regno.



Come le storie raccapriccianti e deliziose ascoltate da bambini, il racconto quasi materializza con la sua descrizione questi foschi membri di una congregazione d’incubo, che si riuniscono intorno al malcapitato, colpevole di essersi attardato nella foresta in maniera decisamente poco prudente, perché attratti dal suo odore di carne.



Si accumulano gli avvertimenti ed i consigli, ma anche comportandosi in maniera sensata e non esponendosi al pericolo, non sempre è possibile salvarsi dalla minaccia dei lupi: si insinuano anche nelle case che spesso non costituiscono una protezione sufficiente contro il male che incarnano. L’unica maniera per difendersene è averne paura e fuggirli.: "Temi e fuggi il lupo; perché c’è dell’altro: quel che sembra del lupo può non essere tutto."



Il vero pericolo dunque è che il lupo nasconde una qualità misteriosa del suo essere che, non essendo definibile, può sconvolgere e distruggere in maniera imprevista la tranquillità della propria esistenza.
Il vero pericolo rappresentato dal lupo è che esso si nasconde tra di noi, che non è possibile tenerlo lontano, perché appartiene in qualche modo alla nostra razza umana: il licantropo è segno della presenza continua del lupo tra di noi e della sue imprevedibili metamorfosi.



Con un’ultima apostrofe al destinatario della narrazione ed un ultimo consiglio a fuggire lontano da un qualsiasi uomo nudo visto tra i boschi, poiché la nudità è il segno iniziale della metamorfosi dell’umano in animale, il racconto mette fine al suo lungo preambolo e la narrazione vera e propria può iniziare.



Come è usuale in queste storie di lupi, il periodo dell’anno in cui la vicenda ha luogo è il solstizio d’inverno, uno dei periodi più pericolosi dell’anno, ma la bambina è decisa ad attraversare il bosco e non sente ragioni.
Ecco dunque un’altra coraggiosa "Cappuccetto Rosso" con un coltello nel cestino, pronta ad attraversare il bosco e ad affrontarne le minacce per poter far visita alla nonna malata.



Ci viene subito comunicato che però la bambina ha già cominciato a conoscere il rosso mensile della sua sessualità, quel rosso che lo scialle brillante fattole dalla nonna ricorda, come un presagio sinistro di sangue sulla neve. La sua sessualità è però ancora chiusa e inattaccabile. La verginità, rendendola un sistema chiuso e sigillato, protegge la bambina dalla paura.



Ma forse è proprio la curiosità, che la verginità conserva e sviluppa in sé, a spingerla ad attraversare i boschi minacciosi senza timore. Nella foresta incontra un giovane attraente, più bello degli zotici del suo paese, e a lui si accompagna volentieri, benché il giovane cerchi di convincerla a lasciare il sentiero conosciuto per seguire una scorciatoia.



Fanno allora una scommessa: chi prima arriverà alla casa della nonna dovrà pagare un pegno ed il pegno consisterà in un bacio. La bambina, ci viene detto, fece di tutto per attardarsi e perdere, in modo da essere "obbligata" a pagare il suo pegno al giovane così seducente.
Tutt’altro che ingenua, la bambina conosce dunque le strategie dei giochi d’amore e lascia che il ragazzo arrivi prima, ma chi altri è il ragazzo se non il lupo della fiaba che divora la vecchietta e si sostituisce a lei nel suo letto?



Il racconto si sviluppa, a questo punto, seguendo la falsariga della fiaba di Perrault, ma con una serie di sottili variazioni parodiche che mettono in luce il diverso atteggiamento della bambina rispetto alla sua più nota antenata.
La bambina si accorge che la nonna non è più in quella stanza e che ora si trovano solo loro due di fronte: lei e lo strano essere, contemporaneamente uomo e lupo, dai grandi occhi e dalla grandi braccia, con cui intreccia il famoso dialogo di agnizione.



L’imprevista variazione sul tema è che, durante lo svolgimento dello scambio di battute appena citato, la bambina si sveste e getta i suoi indumenti nel fuoco seguendo i suggerimenti dell’uomo-lupo, mentre i suoi fratelli ululano nella notte il loro lugubre canto.
Quando è poi del tutto nuda, liberamente lo bacia ed infine, scoppia in una grande risata.



Con la sua risata liberatoria la bambina supera l’abisso che li divideva e si accosta allo spazio erotico che il mondo del lupo disegna, pronta a offrirgli il suo corpo immacolato ed a godere del suo.
Tra i due esseri prima divisi solo dalla paura si crea ora un legame erotico e feroce, tenero e selvaggio, possibile solo perché la bambina sa di non essere cibo per nessuno, sa che nessuno può fare un boccone di lei. La tormenta può placarsi e la bambina dormire serena tra le zampe del suo amorevole lupo.



E’ la paura che crea l’orrore dell’altro, che trasforma il possibile piacere dell’incontro tra due "diversi" nel luogo mortale di uno scontro all’ultimo sangue.
In questo racconto si delinea invece un luogo di possibilità per un desiderio femminile polimorfo, che non ha paura della propria stessa animalità, se per animalità intendiamo una sessualità imprevedibile e non edulcorata dalle codificazioni del simbolico, piuttosto che un luogo di pacificata "naturalezza".



Il lupo non rappresenta qui la naturalità dell’istinto, quanto uno spazio metamorfico (in fondo ci troviamo di fronte a licantropi, non ad animali puri e semplici), dove l’incontro dei corpi crea impreviste configurazioni sessuali, dove anche la morte non fa più paura, perché fa parte di quel movimento di trasformazione dell’esistente di cui l’erotismo è componente essenziale.


Maria Grazia Tundo



“I was lost but now I am found.
A line was crossed, a vessel run aground.
The boy has gone, let’s grieve and let him go.
He left a dog, but it’s a new day don’t you know?



In the company of wolves I sat in silence
observant and afraid

He was there with the eyes like glowing embers
the man knew she was made.



I was lost but now I am high.
It helps to know serenity from ennui.
Something’s wrong, something’s wrong, when it all remains the same.
So face the fire, come into your name.



In the company of wolves I sat in silence,
observant and afraid.
He was there with the eyes like glowing embers,
the man knew she was made.



Even I can’t recall how many days
I have been out there
For when all those lights cease to shine,
it was a lie I think for the first time.



Infinity it falls, in feathery folds but she bites like loveless eyes,
but with her belly full she called this rite of passage,
it was the longest night of my life.

Say it was the longest night of my life."


(Incubus -In the Company of Wolves)

2 commenti:

Biankaneve ha detto...

stupendi! Lo avevo pensato anche io con il mio ragazzo per halloween...ma non siamo riusciti ad attuarlo!

Lunacy ha detto...

Grazie! ^_^
beh..non è complicatissimo, col fai da te si può ottenere tutto! :p