~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

mercoledì 7 marzo 2012

On the eve of self distruction...

...on the eve of everything. 

Abbiamo avuto una stupenda primavera, dipinta a pennellate rapide e colorate su tele effimere, sottili come ali di farfalla nella brezza di marzo. E’ stata una primavera di una durata straordinaria, così lunga che abbiamo voluto crederla eterna, piena di sementi pronte a sbocciare per creare nuova vita.
E’ stata la nostra giovinezza, la terra di nessuno su cui costruire nuovi mondi per trovarvi rifugio negli anni a venire.

Poi il vento impetuoso, quello che ci ha travolti nei tiepidi pomeriggi, cullandoci immersi in oceani fioriti, ha lasciato posto all’arsura e alla terra incandescente. La nostra estate è arrivata molto tempo dopo, ed è stata folle e rovente. Ci ha prosciugati e abbandonati sotto un sole violento a cercare di starci addosso anche quando faceva male.
La nostra giovinezza era già svanita, ma l’estate bruciava nelle ossa e alimentava quella fiamma che volevamo chiamare soltanto nostra.

Sarebbe dovuto arrivare l’autunno prima o poi, dovevamo saperlo. Ma ci sforzavamo a cercare il colore del grano nell’oro delle foglie cadute, e la soffice brezza primaverile nel vento che s’alzava dalla terra; quel vento che adesso abbracciava la polvere sporca, e ci turbinava attorno, scoperchiando i fragili tetti del nostro rifugio. Come scoiattoli operosi avevamo messo via ricordi ed emozioni nei momenti felici, per poterli inseguire ora che la decadenza dell’autunno sbiadiva tutte le cose.
Forse non ci siamo mai accorti che il sole non scaldava più la pelle, e che dietro la corteccia spessa il verde marciva. Non eravamo ancora pronti a lasciarci sfuggire la giovinezza.

Quando è giunto l’inverno avevamo già dato fondo a buona parte delle nostre provviste. I cristalli di gelo, splendidi come diamanti e feroci come demoni, ci hanno sorpresi alle spalle.
Noi ancora volgevamo lo sguardo indietro, ai momenti più dolci, incapaci di accettare il lento deperire che già in quella lontana primavera germogliava, non per vivere, ma per iniziare a morire.
Alla prima leggera spolverata di neve ci siamo stretti più forte, ma il freddo ci ha indurito il cuore fino a impedirci di continuare anche solo a sfiorarci. Attraverso bufere e tormente non riuscivamo più a vederci.
Il nostro inverno è avanzato lento e inesorabile, e noi non l’abbiamo mai voluto accettare. Ma lui ci ha consumati, dentro. Ci ha resi orfani di quella favola che avrebbe dovuto difenderci per sempre. 

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