~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

martedì 24 aprile 2012

Comptine d’un autre été

- Il sentiero del rimedio.- Continuo a percorrerlo per brevi tratti, ritagliando pezzetti ben definiti che so di poter affrontare. Raggiungo tappe che mi ero prefissata e pianto bandierine sul percorso, per ricordarmi che niente si dimentica ma tutto cambia.

Oggi pensavo a come ricordare un sogno, come classificare una felicità attraverso il dolore, per poter piantare un altro vessillo e proseguire sul cammino.

Sono passati anni. Non sono più tornata nel nascondiglio che ho scavato in un giorno lontano, per provare a celarvi i sogni che tenevo tra le mani.
Sapevo che, lasciati vagare in giro per il mondo, avrebbero certamente brillato troppo. Avrebbero certamente bruciato le mie mani.
Ma volevo che restassero solo miei, custoditi in qualche luogo più fedele anche della memoria.

Ne è passato di tempo, e quel che prima percepivo in una data maniera ora è molto diverso. Ora so che la tristezza e il dolore possono esser soffiati via dal respiro del tempo, e che quel che mi resta dentro è un senso immenso, indescrivibile, di pienezza.
Sì..la pienezza di qualcosa di vissuto, di bello e triste al contempo, ma di vero, autentico, spontaneo, incredibile nella sua semplicità fatta di piccole magie e frammenti di specchi che si incontrano.
Di pezzi di puzzle differenti che senza una ragione combaciano.

C’è stato un tempo in cui non sarei stata in grado di percorrere questo sentiero senza farmi del male. Se ci ho provato, ho certamente fatto l’errore di sostare troppo a lungo presso i crocevia che in precedenza avevo dovuto affrontare.
Oggi non mi sembra vero di poter camminare svelta e leggera, guardando dritta davanti a me.
E so bene che questo miglioramento lo devo al tempo e all’amore, a questo traguardo che mi ha insegnato a vivere.

Perché se tutto adesso mi appare in forme e colori nuovi, se il mio passato posso affrontarlo col sorriso, se quando mi guardo indietro non ho paura di inciampare, è grazie a chi mi tiene per mano.
Sento le mie radici così ben piantate e il mio cuore tanto ben riposto, che posso esser così temeraria da affrontare me stessa sapendo di poter vincere.

Ed è per questo che percorro la via del rimedio solo ora. Perché adesso nulla mi fa paura. Posso ricordare e fermare quei frammenti di immagini che non voglio perdere perché fanno parte di me.
Non temo la nostalgia né il bisogno di rincorrere il passato per dargli una forma che resti. Ora più che mai capisco quanto sia importante rivivere ogni cosa che è stata, guardandola sotto questa luce nuova.


Così rileggo una vecchia storia come se seguissi le vicende di due personaggi in un film. E gioisco e soffro con loro, ma non posso realmente raggiungerli. Mi resta però la sensazione di essere ricca, dentro, da qualche parte nella mente o nel cuore.

Ho vissuto tante felicità e di tutte mi sono riempita. Ma ognuna è così peculiare da non trovar modo di essere messa di fianco alle altre.
Non voglio ricordare la sofferenza che ha portato quel sogno, una volta lasciato a marcire nella realtà. Preferisco chiudere gli occhi e sorridere al ricordo della luce che ho sentito.

E anche adesso che tutto è diverso, adesso che ho attraversato strade e ponti, e strade e ponti ho bruciato alle spalle, sono fiera di poter portare con me qualche ricordo cristallino di una felicità che è stata.
Sono stranamente contenta di sapere che da qualche parte vive il mio specchio, a volte nitido e a volte coperto di fuliggine, ma sempre spietato e fedele nella sua verità d’esistere.



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Remedy Lane
#Ricordi di un Sogno

(vi racconto una storia….)

 


C’era un tempo in cui amavo guardare le stelle avvolta dal chiarore lunare, un tempo in cui le notti erano lunghe e gelide, ma ammantate di preziosi e fragili biancori.
A quell’epoca mi capitò qualcosa di incredibile, di una bellezza tale da farmi dimenticare tutto il resto.

Per inseguire la luce che avevo intravisto sono salita su, sempre più in alto, ed ho iniziato a muovere i miei passi rapidi su una fune sospesa nel cielo.
Lontana da tutto, ero inebriata da quella sensazione di leggerezza, e mi sentivo fragile e precaria, ma sempre più vicina alle stelle.
Volteggiare su quella corda tesa, in bilico sul crinale della vita, è stato il sogno più bello che mai si possa immaginare...



***

<<Ho ascoltato una voce lontana, ero seduto sul tetto del cielo, brillavano le luci sulla mia testa, il vento era tagliente, il cielo nero.
Quella voce cosi lontana, per poco, era stata la cosa più vicina che mai avessi avuto.>>


***

<<Scrivo seduto sul tempo, mentre il viaggio è la mia vita.
Avverto sensazioni, le sento come dita estranee che passano tra le mie.
Sorrido lieve all’infelicità che, intermittente, mi tiene in una morsa di dolore.
Guardo le fattezze di un essere bello infinite volte,
ninfa dagli occhi profondi, disegnata con una piuma sottile...

Aghi di pino, foglie ondulate, alberi spogli e persiane chiuse.
La banalità di un sole stanco irradia tutto col suo grigiore. >>.


***

<<Tra due punti esistono infiniti punti..>>

Con incredibile stupore apro la mia mente decidendo di percorrere vie mai intraprese, il mio percorso mi rende piccolo, finito, tangibile a malapena, come un punto nero su una linea di cui non si conosce inizio o fine.

Il mio percorso mi riempie gli occhi di colori che non ho mai accarezzato, bagliori eterni nel tempo, la maestosità umana mi lascia perplesso, quasi senza parole.

Dormo, ma continuo sulla mia strada interiore, quasi sentendo la fatica come se questo viaggio fosse reale, poi una luce bianca dai riflessi ramati mi colpisce con delicatezza e quasi cado a terra vittima del freddo metallico che mi affligge, quella luce m’irradia, mi sveglia, lascia germogliare in me la vita, come un fiore dai colori delicati.

Alzo lo sguardo verso il cielo plumbeo e vedo scendere infinite gocce, a prima vista trasparenti, eteree, esse cadono, scendono spedite come se stessero viaggiando verso qualcosa o qualcuno, indipendenti.
Se alzo di più gli occhi ne sento quasi le voci e vedo in esse colori d’ogni tipo, riflessi scuri, riflessi chiari, ombre e simpatie.

Ho visto due gocce diverse scendere durante il proprio percorso ed incrociarsi, è stata vita, si sono fuse diventando per un istante una sola cosa, una sola goccia bellissima, dalle sfumature violacee-argentee.

Ho camminato, proseguendo indomito e per ogni passo da me fatto, un granello casuale nella clessidra di cristallo cadeva senza mai esitare nel farlo.

Il mio è stato un cammino nei sogni.

<<..E i miei occhi osservavano i Miei occhi, ed io rimasi folgorato, quasi come se mi stessi guardando in uno specchio bianco.>>

La clessidra ha quasi terminato i granelli, le linee passano sui numeri con velocità feroce, il tempo sa essere spietato e non si è fermato nemmeno un attimo per me.

Sono uscito fuori dal sogno, alzando la testa, mi sono svegliato con gli occhi che mi bruciavano, il mio petto carico di dolore, altre gocce avrei voluto far uscire dalle mie palpebre per seguirne un nuovo viaggio.

***

<<Il problema è che manca Lei.
Come l’aria, come il cibo, come la felicità.
L’esterno è gelido, me ne fotto, ma l’interno sta per raffreddarsi ed ho paura di sentire il dolore.
Ho bisogno, voglio Lei.
Tornerei indietro chilometri e chilometri per rivivere il tempo passato.
Lascerei che il mio corpo morisse per averla per poco.
La libertà d’essere felici, Prigioniera.>>


Ogni odore mi rimarrà in mente,
ogni sensazione sarà cicatrice nelle mie memorie.
Cerchi di non pensare, ma le parole affollano la tua testa, ossessioni, sogni che mutano in realtà.
Quante possibilità su quanti numeri? Un milione?
Quante possibilità che due persone possano trovarsi sperduti nello stesso sogno così, persi soltanto l’uno per l’altra.
E così poco tempo... difronte all’eternità che avvolge l’universo

<<Pezzi di Puzzle diversi che coincidendo casuali creano un’imagine bellissima, artistica e poetica.>>



***


“Temo che non troverò mai nessuno
so che il mio più grande dolore deve ancora arrivare.
Ci incontreremo presto l’un l’altro nel buio”


***

Ti ho stretto a me, il sole ci ha colpiti entrambi, voleva vederci uniti.
Ogni palazzo rifinito con cura, ogni finestra omologata, ogni lastra di pietra ci ha visto!
Abbiamo percorso le viscere della terra a velocità,
siamo stati colpiti dall’acqua e soffiati da un vento tagliente.
Abbiamo percorso vie su vie e percorsi e sentieri distanti, neanche le scarpe ce la facevano più,
ed i piedi dolevano, ma c’era tra noi la voglia di non fermarsi per nulla al mondo.
Siamo stati ricchi di noi tra la povera gente e nessuno poteva dividere ciò che siamo stati.
Una dimora stretta, accogliente, un caratteristico odore mi rimane ancora impresso.
La luce blu della notte, molle dure e caldo afoso.
Due corpi per due vite, unite, in solo capolavoro.
Siamo stati invisibili in mezzo a migliaia di occhi.
Ma i nostri occhi hanno visto solo noi e la tua pelle era setosa e candida.
La tua voce soave, sottile, delicata.
Io sono l’animale, la bestia, tu rimani la strega bianca.

***


“La distanza sta coprendo il tuo cammino,
fa a pezzi il tuo ricordo
tutta questa bellezza mi sta uccidendo.”


***

Luna, bianca, rotonda, lontana, fatta forse di polvere, forse di neve.
Sento ogni muscolo facciale destreggiarsi per mimare quello che sento.
Si, io sento.
Voglio avvolgermi in un mantello nero, assaporare l’essenza di uno scenario gotico.
Cupo, affascinante, Macabro esterno, scarno di eccessi, ricco di ciò che occorre per certi versi.
Brutale, insensato, aggressivo e poi silenzioso e calmo come un lago nero.
Oscuro presagio, oscuro timore per un futuro tetro e freddo.
I miei occhi non riescono a trattenere il vortice creato dai miei desideri, quindi soffrono.
Ma ho fiducia in me, e so per certo, che avrò modo di percepire nuovamente le sensazioni meravgliose.
Questi occhi soffrono perchè ora non vedono più, ma torneranno a vedere e si riempiranno di bellezza.

***




Poi ho avuto paura. Non posso dire di esser caduta: ad un certo punto ho smesso di starmene col viso all’insù, e, semplicemente, sono scesa.
Ho scelto di tornare giù, con la stabilità della terra sotto di me, e la pesantezza di tutto il mio corpo incapace di volare.

Mi sono guardata intorno, ed ho visto che avevo i piedi nel fango, che la neve mi moriva accanto, e la nebbia mi impediva di scrutare lontano; ma ho visto pure la terra fiorire, e le piante crescere rigogliose, ho intravisto la bellezza anche quaggiù, ed ho accettato la mia vita.


***

Tra due punti ci sono infiniti punti.
E se ce ne fottessimo di quelli infiniti, e se saltassimo dal primo all’ultimo?
Avremmo il tempo?
E se tra due punti ci fosse il nulla?
Distanza, spazio, tempo.
Mentre io sento ogni brivido salirmi dalla schiena... La voce di lei che mi lascia ipnotizzato..
Io sono Acqua e carbonio, come mai non sono stupefatto dalla capacità dei mie neuroni, riesco ad essere infatuato di un essere speciale, particolare, mentre sono fatto della sua stessa materia, e sopravvivo con il suo codice genetico.
Intanto, io pian piano muoio, ma morte felice, senza rimorsi, mentre schiaccio questi tasti sono consapevole di ciò che ho.
Stringo le palpebre pensando a ciò che ho perso e piango per quello che non ho ottenuto.
Amo, e mentre amo digrigno i denti. I miei denti.

Io dico addio mentre dai miei occhi scende l’acqua.. il resto è carbonio e tristezza.

***




“Hai detto che avevo gli occhi di un lupo
Cercali e trova la bellezza della bestia.”


***

Io sono l’orso, ne più, ne meno. Vivo nella mia grotta in silenzio, in silenzio passo i giorni, in silenzio piango. Tu lasciami stare lontano, come è giusto che sia.
Io so che sei un individuo fuori dal normale, so che di naturale hai solo la forza d’essere tutto.
E’ bene lasciarmi solo per i campi del mio essere, pianure immense di ciò che produco, birre chiare, gocce di ciò che piango, mentre amo il sole.
Io sono un reietto, frutto di pensieri vaghi, sogni assolutamente sbagliati, e cose che mai nessuno deve avere, io sono le note sbagliate, sono nulla.

***

Io che sono sogni e parole virtuali, io che sono biglietti e orizzonti lontani...
Io che sorrido guardando le stelle, uso il collo per alzare la testa al cielo...
Ripenso e socchiudo gli occhi, nel letto mi divincolo passeggiando sui ricordi..
Ho scatti e voglia di cancellare da me il dolore senza dimenticare il passato...
Per me tutto è innato, semplicemente ti ho recuperato da me stesso,
e una volta che ti ho perso, ho smesso di affrontare le cose con ciò che sono.
Ho avuto modo di conoscere, sono cresciuto, mi rimane solo neve e sole.
Rimane il silenzio, il vuoto tra me e te?
Cosi come un padre che perde il proprio figlio,
o un fratello che perde un amico, ho perso più di quanto potessi guadagnare,
e di me rimane poco, poco più che la voglia di scrivere le mie parole...
Disegnare i suoni con i tasti, attirare le tue attenzioni,
sentirti un pò vicina per quanto lontana.
Io sono Nulla e nulla resto.
Qui.

Ciò che hai lasciato io sarò.
Stella o nuvola di polveri sottili, pelle o compassionevoli situazioni.
Per ogni attimo vivrò momenti e sogni con te vissuti,
per quanto attimi, hanno avuto vita eterna quei momenti trascorsi.
E non riuscirò più ad osservare le immagini con gli stessi occhi di sempre.
Non potrò brutalmente colpire qualcosa senza portare in me il rimorso.
Non sarò l’ultimo, né il primo,
ma è il modo in cui sentiamo le cose che ci rende distinguibili dagli altri.

***

Ricordo il giorno che vissi per poco, vidi l’inverno concentrarsi in un fiocco, un fiocco nordico.
Io mi innamorai di ciò che avevo trovato, di ciò che avevo fatto, mi innamorai di me.
Infinite volte, nessuno può sapere quello che ho saputo.
Saprà il mondo, le mie ossa, e il tuorlo di ogni uovo.
la malinconia è parte della mia vita.
Sai che il silenzio parla, sai che le parole non lette silenziose vivono?
Piangi? Io ho avuto questo. Ne sono felice, del resto sono vivo.

***

Io ho visto ogni forma e ogni luogo. Combatterei contro la morte per tornarvi con la stessa realtà, combatterei fino alla morte per ottenere così poche ore, continuerei ad uccidere eternamente, assicurandomi l’inferno?
Ho paura si, ma quanta ne ho? Mi hanno lesciato, il vento e la luna, mi hanno lasciato solo.
Ora posso salire sul mio tetto ad ululare.
Solo. Ma vivo.
Ho tutto.
Ricordo ogni passo compiuto per quel viaggio, un viaggio nelle mie dannazioni, un viaggio di volo lontano, paure.
Pianti, perché?
Perche ho visto e poi ho perso?
Perche prima ho conosciuto e poi ho desiderato?

Ho niente. Ho visto il mondo.

***

Il mio desiderio quando ti conobbi fu, sapendo che eravamo angeli provenienti da differenti paradisi, di poterti rivedere, di poter essere abbagliato dalla stessa luce dalla quale fui durante la prima volta colpito.
Non ha prezzo desiderare una creatura che non si può avere, la consapevolezza dell’incapacità trasmette emozioni più intense di quelle portate dalla routine quotidiana, fatta di alti e bassi o di eccessi di mediocrità.
La nostra avventura, nella mia esperienza di vita, non ha eguali, materializzazione di un sogno intrigante e folle, spirito di giovinezza ribelle in totale sintonia con l’instabilità delle emozioni.
Paura, dubbio, rimorso, curiosità, gioia, entusiasmo, desiderio, passione, stanchezza e sorpresa.

"Vivi nei sogni", noi lo eravamo, lo siamo stati.

***

“..temo di dimenticarti senza averti compreso a pieno, ricordandoti mentre passeggiamo insieme, io e te e gli umani attorno.”




Perché saremo sempre più umani di quanto desideriamo essere.



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