~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
Lunacy 5 - Lunacy 6 - Lunacy 7 - Lunacy 8
Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

lunedì 18 giugno 2012

Hail!!



Qualcuno inventi una cupola ipertecnologica che funzioni a uso freezer per l’Italia. Per favore.
Una di quelle cose che si vedono in quei meravigliosi film di fantascienza anni 70, nei quali la generazione del “tutto è ancora possibile” si immaginava un sacco di cose strafighe che invece poi il progresso scientifico ha snobbato.

Sarei anche disposta a girare con quei vestitini trash fatti con il Domopak, se dovesse servire.
Ma qualcuno fermi questo phon puntato in faccia!

Che poi sto ringraziando i sette cieli, tutte le divinità del Faerun e le sfere del drago (sì sto delirando) perché questa piccola adorabile casetta è dannatamente strategica.
Riesce ancora a conservare almeno 3 o 4 gradi in meno rispetto all’esterno, ma diamine…prima o poi anche questo lusso finirà. Sento che è solo questione di ore.
Stanno venendo a prendermi….escono dalle fottute pareti. SBAM. *rumore di mazzafrusto sul portone in stile horror e/o di craniata liberatoria sul muro*

Intanto tengo tutti i balconi chiusi e mi illudo che al buio sia più fresco, poi vado a buttare la spazzatura e scopro che oltre la porta c’è praticamente un altro ecosistema.
I bambini però sembrano esser contenti: non mi hanno mai rotto così tanto le palle come in questi giorni. Tentano persino di buttarmi giù la parete ad est con variopinti areoplanini di carta.

Gli animali invece no…non oso neanche immaginare come stia quella pigrona di Kimmeh, ma il gatto che fa la vedetta ai miei fili della biancheria stamattina annaspava.
Per fortuna, mi vien da aggiungere, così magari non avrà le forze di papparsi quel povero piccolo di merlo che ieri è caduto dal nido. Chissà che fine ha fatto.

E per alleviare questa calura che si può fare? Mangiare chili di “wraffins” perché ne abbiamo fatti troppi e strafogarsi di “salsa ciecia” perché stavolta all’Avis non devo sgarrare di una virgola.
Tutto questo crea immensa frescura e refrigerio, ovviamente. Come no.

In compenso mi son rivista questo cortometraggio con la foxie nordica e per qualche secondo giuro di aver sentito la Svezia. Un po’ come i santoni che sentono l’odore di rose e poi si fanno i trip.



Non so perché ho iniziato a delirare come se non ci fosse un domani. Inizialmente volevo fare un post per mettere le foto del concerto di sabato, poi però mi sono accorta di essere troppo pigra per cercare un testo che ci stesse bene.

Sarà perché io e il black non abbiamo mai avuto chissà che rapporto. I miei apici d’ascolto di black metal risalgono a parecchi anni fa e si limitano a Bathory, Celtic Frost, Impaled Nazarene (solo perché ci ha suonato Jarva), e Dimmu Borgir (giusto perché quel lato melodico mi intrippava). Ma mai niente di serio…solo ascolti a livello di “facciamoci una cultura”.
Forse l’unico album black che sono riuscita ad ascoltare svariate volte è il primo dei Moonspell. Occorre dire perché? Perché sono i Moonspell.

Quindi, ecco, le band black non mi fanno impazzire agli alti livelli, figuriamoci i gruppi locali. Però ammetto che alcuni ci sanno fare, e anche se non posso apprezzarne a pieno le doti (a parer mio molti peccano di lacune tecniche e di mancanza di originalità), riesco comunque ad ammirarne la presenza scenica e l’atmosfera.

Parlando da aspirante sfiga-fotografa devo poi riconoscere a questi blacksters che fanno sicuramente divertire chi sta dietro ad un obiettivo. Spesso fotografare band dal vivo diventa monotono e ripetitivo, le pose sono sempre quelle, le angolazioni anche. Ma se un gruppo punta molto sull’immagine, offre anche parecchi spunti in più per un occhio attento ai dettagli.
La povera Reffy ha tirato il collo al suo meglio,con le potenzialità di quel EF-S 18-55 f3,5 che ogni tanto con la poca luce e la distanza chiede pietà. Però, sticazzi, Reffy è pur sempre Reffy. Come farei senza?

Ecco, fatto questo preambolo uno si aspetterebbe chissà che reportage fotografico. Sbagliato.
A mia discolpa posso dire di aver volutamente ricercato una licenza poetica che rispecchiasse le vaghezze caotiche del genere musicale. In realtà sono tutte mosse e sfuocate perché non avevo voglia di far di meglio. Cioè…ho fatto solo trenta foto. Io…trenta…capite??!!
La mia media solitamente tocca le centinaia. A sera.

Fa niente, mi rifarò venerdì. Algol nuovamente in concerto, su per i monti con capretti e grappette. Non vedo l’ora.
Rosico per il semplice fatto che mi perdo i Subsonica, ma l’amore vince su tutto. E poi…ormai sono una fan accanita.
Da quando sto con un musicista sono diventata ancora più esigente in fatto musicale. Cioè…se ti ascolti tutto il giorno i Death, poi difficilmente riesci ad apprezzare anche solo minimamente qualsiasi altra produzione musicale dello scibile umano.
Un po’ come mangiarsi un Lindt ripieno e poi una stecca di cioccolato della sma. Mica fa schifo, ma vuoi mettere?

Ciò non toglie che continuo ad ascoltare di tutto come sempre. Ma ammetto che sto scoprendo di essere sempre più attenta al lato tecnico e non solo a quello emozionale.
Dev’essere l’overdose di Pain of Salvation. Più li ascolto e più mi chiedo come fa il mondo a vivere senza conoscere la perfezione.
Perché loro sono perfetti, perché sono ricercati in ogni minimo dettaglio, tecnicamente ineccepibili, costruiti con una complessità tale da rasentare talvolta la follia, eppur in grado di avere un’impronta unica e di creare emozioni che non scolorano al secondo ascolto.
Sì ecco, i filosofi dovrebbero smetterla di cercare il fine trascendentale dell’universo. Bisogna ascoltare i PoS: risolto tutto.

Ma sto divagando. Siccome il caldo aumenta e potrei squagliarmi al suolo divenendo tutt’uno con le povere briciole del muffin che ha perso la vita poco fa, mi sento in dovere di fare anche un’ultima affermazione prima di abbandonarmi al mio destino.
Omega White è fantastico. Ho ritrovato quella vena che i Moonspell avevano perso e che personalmente rimpiangevo molto. Potrei ascoltarlo per ore.
Ho anche già designato la preferita: Incantatrix. Che per qualche assurdo motivo (che non ho intenzione di spiegarmi) mi ricorda questa:



Bene, mi sembra squisitamente azzeccato questo video (che non centra un’emerita mazza) per concludere un post che doveva parlare di black metal.
“Il caos regna” - Disse la volpe.



Ok, vado di fotine (dei Xeper), intervallate da una citazione di quei geni di Nonciclopedia!
L’ironia fa sempre bene!



Le 666 regole del true blackster

1. Sii "true".
2. Sii sgradevole.
3. Sii necro.
4. Se possibile, cerca di essere contemporaneamente sgradevole e necro.
5. Spacca le cose finché non diventano sgradevoli e necro.
6. Non divertirti ai concerti. Sta’ in un angolo con le braccia conserte.
7. Quando qualcuno ti chiede se ti piace la musica dei Mayhem, precisa che ti piace solo la musica dei "true" Mayhem. Maniac è gay.
8. Non giocare con cose ricoperte di pelo, a meno che per "giocare" tu intenda "bruciare".
9. Non essere Dani Filth.
10. Mai e poi mai, in nessuna circostanza pronunciare la frase "Kenny G spacca, man."



11. Quando tua mamma ti dice di portare fuori la spazzatura, dille che tu sei troppo metal per buttare via l’immondizia.
12. Sodomizza una puttana vergine.
13. Sodomizza tutto ciò che non è maschio.
14. Assicurati che i tuoi album vengano esauriti 3 anni dopo la pubblicazione, così diventeranno "cult".
15. Quando hai dubbi, di’ "True Norwegian Black Metal!"
16. Se non funziona, una scarica di colpi può riempire qualsiasi silenzio.
17. Gira sottosopra ogni croce che trovi.
18. Scrivi una ’zine cult, underground, grim e necro. Fai solo interviste con band che nessuno ha mai sentito, solo "true" blackmetallers".
19. Il Symphonic Black Metal non è true.
20. Mai scrivere canzoni lunghe meno di 15 minuti e che contengano meno di 15 aggettivi nel titolo.



21. Pitturati la faccia, vai nei boschi e atteggiati a troll.
22. Non indossare scarpe bianche dopo la festa del lavoro.
23. Quando sei nel dubbio, assumi un aspetto minaccioso con gli occhi ribaltati all’indietro.
24. Se non è doloroso da ascoltare, non può essere "true"!
25. Assicurarsi che non meno della metà dei musicisti presenti nel tuo album siano "session".
26. Se puoi, non suonare mai live.
27. Quando sei pronto per andare ad un concerto, dimenticati completamente che le altre persone non sono lì per guardare te.
28. Usa filo spinato in qualsiasi momento sia possibile.
29. Quando un non "true" black metaller ti chiede cosa è il BM, dì qualcosa tipo "Il BM è la selvaggia essenza della pura nera malvagità nell’uomo". In ogni caso assicurati che quando finisce la conversazione, l’altra persona non abbia ancora idea di cosa sia il Black Metal.



30. Spingi un membro della tua band a suicidarsi, e dichiara che è morto per causa del "mainstream" che "infetta" la "scena".
31. Devi avere un side project. Assicurati che tutti gli altri membri della band ne abbiano uno.
32. Impegnatevi come sessionman occupando tutte le posizioni vacanti nel side project degli altri membri della vostra band.
33. Registra tutto nello stesso studio con lo stesso produttore/strumenti/equipaggiamento.
34. Assicurati che la copertina del tuo album non abbia più di 3 colori.
35. Specifica pubblicamente che la tua è una band non religiosa, poi usa la parola "satan" più di 400 volte nel tuo album composto da una sola canzone di 30 minuti.
36. Sostieni che la musica non dovrebbe mai progredire e che dovrebbe suonare ancora come nove "friggin" anni fa.
37. Non dire mai "friggin".
38. Non finire mai quello che inizi.
39. La parola "hail" è il solo appropriato saluto quando si vuol salutare qualcuno "True".
40. Se in un’occasione ti senti particolarmente "true", prova con "Infernal Hails".



41. Tutti i loghi devono includere scritte illeggibili e almeno un pentacolo e/o una croce rovesciata. Questo non è trattabile.
42. Quando parli di sesso con una metalgirl usa solo la terminologia: "ficcare il mio gelido e nuvoloso pinnacolo nelle sue aperture logoratrici."
43. Disegna loghi complessi per la tua malvagia black metal band sul bloccafogli al centro dell’aula di matematica.
44. Accetta qualsiasi intervista ti viene offerta... Quindi chiarisci che tu non ami essere intervistato.
45. Divertiti veramente con Star Trek: The Next Generation.



46. Non divulgare mai a qualsiasi sconosciuto il giorno esatto del divino arrivo del solenne Hoof. Piuttosto informali che si dovranno tenere pronti per succhiare il viscido @#%$& dell’Oscuro Sire in qualsiasi momento.
47. Usa la frase "Succhia il viscido &%$£% dell’Oscuro Sire" ogni volta che è possibile.



48. Se mai scopriste di essere in qualche modo diventato un membro degli Hecate Enthroned, assicuratevi di girare un video musicale composto da spezzoni di voi che camminate con aria malefica nei boschi di notte. L’unica cosa è che invece di girarlo di notte dovete accertarvi di filmare nel bel mezzo dello stramaledetto giorno, e che invece di avere un’aria malefica dovete avere l’aria sfigata.
49. Portare una statua in ceramica della Madonna davanti a casa di vostro zio non vuol dire farla prostituire (a meno che non le diciate di aver finito poi le veniate in faccia come una cannonata quando si gira).
50. Astenersi da usare emoticon quando comunichi via internet. L’unica accettabile è



51. Norsk Arysk Blak Metal! Rahhh! Paura eh?
52. Non importa da dove vieni, fingi di venire dalla Norvegia e quindi di essere "true".
53. Non fare riferimento ai Beastie Boys.
54. Non fare riferimenti.
55. Satanus. Huh huh huhuhuhuh.
56. Huhuhuhuhuhuhuh.



57. Come tutti sappiamo, le donne non hanno posto nel mondo omoerotico del black metal, ma se la tua ragazza non la smette di infastidirti col fatto che vuole far parte della tua band, dalle una insignificante parte parlata o qualcosa del genere.
58. Acquista qualsiasi lavoro dei Darkthrone. Ascoltarlo è facoltativo.
59. Per far sì che la tua registrazione sia più incomprensibile e quindi più "cult", assicurati di selezionare un cantante che abbia una bassa conoscenza della lingua da cantare (Linguaggi accettati: Norvegese, Latino, Orchesco).



60. Non far emettere altro suono alla tua chitarra oltre "sgiun giun giun (palm mating)tiiiiiii (armonico).
666. Compra migliaia di black metal album, demo e bootleg. Ascoltane approssimativamente 8 regolarmente.
666z. È scientificamente provato che più un disco si sente male, più è true.


sabato 16 giugno 2012

I felt like…

...being a part of something.




Come tutte le brave volpi, anch’io ho imparato ad aspettare.

So starmene tranquilla, accoccolata sulla terra ad ascoltare il vento che canta tra le spighe, e so anche scodinzolare con discrezione ogni volta che penso al mio principe, pur sapendo che lui è ancora lontano.



Mi hanno insegnato ad avere delle aspettative, delle speranze.

Mi hanno mostrato i sonagli che ridono lontano, tra le stelle, ed io ho riso con loro.
Qualche volta ho anche scodinzolato invano, imparando a riconoscere il gusto che hanno le aspettative deluse.
Qualche volta i principi non sono come li si vorrebbe. Può anche darsi che perfino la volpe sia quella sbagliata.



Ma il grano no, il grano non può che essere dorato. E le stelle, anche le stelle sono uguali per tutti.
Una volpe lo sa quando alle stelle ci è davvero vicina, lo capisce nel suo cuore, con la stessa intuitività con cui arriccia il naso per cogliere gli odori familiari o drizza le orecchie quando capta qualcosa in lontananza.



E non è che una volpe sappia cosa sono le stelle, nemmeno di cosa son fatti i sonagli.
Ma li sente ridere, su questo non c’è dubbio.



Così, accoccolata nel tiepido sole che ricopre d’oro il mio campo di grano, ancora oggi attendo.
Perché alla volpe non importa quante volte il principe l’ha lasciata sola, o quante stelle storte le è capitato di incontrare.



Ogni volta che lui arriva all’ora stabilita, quando lei già sta scodinzolando colma di aspettative, è come se fosse sempre la prima, la più perfetta.



A me ride il cuore quando sono con lui.
E come ogni brava volpe i sonagli li sento ridere, anche quando non so bene di cosa siano fatti.



“I felt like being a part of something
something I was always trying to achieve.

I felt like being a part of something
something that lasts.



And I need love, like I never needed love before.”


(Lacrimosa – Apart)

venerdì 15 giugno 2012

A past and future secret



Dove sono finiti i menestrelli e gli scettri maledetti? I troni insanguinati, e i cuori pieni di coraggio?
Dove si nascondono le sirene per incantare i marinai, e i folletti per trarre in inganno i vagabondi?
Dov’è andato Merlino? E la voce di Oz? C’è ancora un paese delle meraviglie e un’ultima stella a destra?



Giunge da lontano il richiamo dei sogni dimenticati, dalle sponde dell’immaginazione perduta.
Attraversa l’oceano in cui sono annegate favole e fantasie, fino alla riva della realtà, questa realtà, impregnata del sangue di tutti i delitti.



Li ho persi tutti…li ho uccisi?
Fantasmi che abitate mondi lontani, tracce di esseri mai divenuti reali, farfalle inventate che non han mai potuto volare…io vi ho amati tutti, e tutti porto con me.



“Una volta un’amica mi disse di aver visto un vecchio segno.
Ella disse di non provenire da questo tempo.
Anche io provavo la stessa cosa?
Così le dissi: “Si”.



Sapevo che aveva paura dal momento che avvertivo
la verità stendersi di fronte a noi.
Le dissi che per trovare il tempo che mi era caro
bisognava andare indietro di trecento anni…



Forza signori e signore senza macchia:
radunatevi e venite con me alla festa rinascimentale.



Attraverso il velo del mistero
prova a voltare una pagina di storia.
Senti più di quanto riesci a vedere alla festa rinascimentale
Ascolta i menestrelli che suonano le loro melodie.



Lungo tutta la notte suoneranno per te,
per me e per chiunque il cui cuore sia vero,
delle canzoni speciali…



Ci sono troppe stelle
perché un solo cielo le possa contenere:
alcune cadranno, altre saranno vendute
quando alla festa rinascimentale
i campi si tramuteranno in oro.”


(Blackmore’s night - Renaissance Faire)

lunedì 11 giugno 2012

Giorni a perdere

My Road Salt...



Tornano le ricorrenze, cicliche come le maree, costanti come le albe che scandiscono i giorni.
Quante lune sono passate? Ogni tanto penso che sia giusto chiederselo, per non dimenticare le molliche di pane lasciate lungo il cammino.

Tutti abbiamo delle abitudini, delle manie, delle usanze che fatichiamo ad abbandonare.
Io ho questo rito: una foto ad ogni compleanno.
Non una di quelle mille mila che si fanno nei giorni qualunque (per lo meno…ehm..io ne faccio mille), ma qualcosa di speciale, pregno di significato. Ecco, magari a guardarle sembrano foto banali, artefatte, neanche poi tanto meritevoli di rappresentare un giorno importante.

Ma, come vale per qualsiasi foto, l’occhio che sa guardare coglie, la mente che conosce interpreta. Per me ha un significato tutto ciò che a quelle foto sta intorno, e non importa se non si vede il palcoscenico, il camerino dell’attore, il dietro le quinte, le gallerie incomprese della mente del drammaturgo.
Io vedo tutto quanto con la mia memoria ogni volta che una semplice immagine mi sta davanti agli occhi.

L’anno scorso parlavo della mia strada, parafrasando le parole di Daniel, scegliendo la “mia” nuova canzone.
E ricordo perfettamente l’attimo in cui ho scattato quella foto, per la prima volta diversa da tutte: per la prima volta io nemmeno c’ero.
E mi piaceva così, che fosse diversa, aliena in un contesto che ormai apparteneva al passato. Tutto era diverso, io per prima. Anche la foto lo doveva riflettere.

E che dire oggi di quella strada piena di polvere e orme insabbiate? Che dire delle svolte e delle corse improvvise verso orizzonti sconosciuti?
Sapevo di aver perduto il sentiero alle mie spalle e di doverne tracciare uno nuovo per tornare a casa.

Oggi sono a casa. Oggi cammino tranquilla sul mio sentiero. Oggi so che devo avanzare con più forza quando il terreno diventa fangoso, correre rapida quando il vento mi sospinge, scegliere la mia direzione ogni volta che le fronde si diramano mostrandomi il cielo stellato.

Oggi non è stato facile scegliere “la” foto.
Avrei voluto fotografare il mondo.

Ma come si fa ad immortalare in una cosa sola il profumo di salsedine, il vento che si insinua tra le fronde più alte di un vecchio albero, il tocco dell’erba mai calpestata, il grigio del cielo che nei suoi occhi diventa sempre e comunque arcobaleno?

Puntando l’obiettivo verso il cielo, là dove l’azzurro non è mai azzurro, là dove tutto quel che c’è nell’universo non si vede che a tratti, là dove una tavolozza di colori senza nome s’agitano mescolandosi nell’aria.
Là dove ognuno vede ciò che vuol vedere.



“Colpevole sono stata cento volte, nessuna a mio profitto.”

Di tutte le mie colpe, di tutti i miei delitti, uno solo è più squisito di qualunque meritevole condotta.
Quello di essere una funambola. Oggi e sempre.




“Seasons came and seasons went
Rocked to sleep through the sounds of hate
Your prince was born without a face
Something too bright, fades away
I’ve lost your trace



Seasons came and seasons went
Marched to battle in thy name
Your throne is now an empty place
We fill your heart with naked flames

Trust the flesh, trust and take what’s yours



When you’re afraid, just call my name
I’ll keep you safe until it’s day again

Can you feel the heartbeat, through the sea and the mist
In the wake of the witch, through the shadows and hate
I’ve lost your grace, I’ve lost your trace



People die and times they end
Watch your past far away
The throne sits now in empty lands
We crushed your heart with naked hands.”


(Moonspell – Incantatrix)




TIESTE : Scacciali, i pensieri che ti assediano, anima inebetita dal dolore.
Tristezza, vattene, vattene, paura, e anche tu, amara miseria, triste compagna del tremebondo esilio, e tu, vergogna che sulle disgrazie ti precipiti.



Quel che conta è da dove cadi, più che dove. Per chi precipita dall’alto, è nobile posare il piede con fermezza; per chi è travolto da una valanga di pene, nobile sopportare, senza chinar la testa, il peso di un regno che fu grande, e sostenere non vinto, non avvilito dai mali, ma in piedi, le macerie che crollano addosso.



Ma ora, via da te le ombre del tuo crudele destino, via ogni traccia del tempo della miseria. Nel momento della letizia, ritorni sereno il tuo volto.
Scaccialo dal tuo cuore, il vecchio Tieste… È questo il torto degli sventurati: non credere mai alla buona sorte. Anche se torna la felicità, non sanno goderne, gli afflitti.



Perché mi ammonisci? Perché non vuoi che festeggi questo giorno?
Perché mi ordini di piangere se non c’è motivo di dolore?
Perché mi proibisci di cingermi i capelli con questi bei fiori? Grida di non farlo, di non farlo.



Le rose primaverili cadono dalla mia fronte, sul capo mi si rizzano, in un accesso d’orrore, i capelli impregnati di profumi.
Perché dal mio volto, che non vuole, cade questa pioggia? Tra le mie parole si insinua un gemito.
È la tristezza che ama le lacrime sue compagne, è la crudele voglia di piangere degli sventurati.



Sì, ho voglia di gridare lugubri lamenti, di strapparmi le vesti impregnate di porpora siria. Ho voglia di ululare, io. Mi dà il presagio di un lutto vicino, il mio cuore, che già sente la sventura… Una tempesta tremenda incombe sui marinai quando da sole, senza vento, le onde placide cominciano a gonfiarsi.



Pazzo, che lutti ti inventi, che affanni? Affidati con fiducia a tuo fratello. Sia quel che sia, non c’è motivo di timore o è troppo tardi. Povero me, un vago terrore – no, non voglio! – si muove nel mio animo, ora spargono lacrime i miei occhi, e non ce n’è ragione.
È dolore o paura? Forse una gioia troppo grande esige lacrime?


(Seneca – Tieste)