~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

lunedì 30 luglio 2012

Di colori insoliti, acciarini, ed altre amenità



Premetto che non ho intenzione di scrivere un post delirante, ma aggiungo anche che probabilmente dimenticherò i miei propositi.
Da qualche giorno avevo voglia di liberare un po’ la mente e la scrittura spesso è l’unica via.

Fa ancora un caldo dannato e cresce in me la consapevolezza che un giorno o l’altro prenderò l’arco e farò fuori i pargoli urlanti che compongono il buon novanta per cento del vicinato. Perché ho rimediato un arco a pochi soldi e ormai il mio fanatismo ha già passato il punto di non ritorno. Non che sia nato l’altro ieri, è una fissa che ho da anni, ma mai avevo cercato prima d’ora di concretizzarla.

Sìsì, son sempre più convinta che sia l’unico sport che io potrei mai praticare con un minimo di costanza. Qualcuno mi correggerebbe: “l’unico sport che potrei mai praticare, forse”. Perché anche se ci ho provato in vari campi, lo ammetto, sono l’antisport per eccellenza.
Avrei dovuto capirlo quando a scuola nelle ore di educazione fisica la mia indole schivava la palla ogni volta che avrei dovuto prenderla, oppure mi limitavo ad allungare timidamente una mano con scarsissimo successo in stile Daria (urca, avevo quasi rimosso mtv e i suoi cartoons).



Comunque, più provo a tirare e più mi piace. Dopo aver escluso la teoria della donna-tavola-da-surf naturalmente portata perché pseudo-amazzone (purtroppo l’incredibile abilità di alcune maggiorate mi ha inflitto un duro colpo), ho capito che era solo questione di farsi spiegare per bene due cosette. E ci voleva la Marciliana per riuscirci! Uno si gira feste celtiche/medievali per mezzo nord-est, e poi va a finire che la più caruccia e soddisfacente è sempre quella sotto casa. Beh, ex casa.

Come al solito presenziare a certi eventi mondani nel paese in cui si è cresciuti implica incontrare chiunque, inclusi parenti, compagni di scuola, amici dispersi e quant’altro. Un tempo ero una brillante misantropa ed odiavo certe cose, ora invece sono vecchia e a quanto pare mi fa piacere incontrare facce conosciute.
Strani scherzi fa la vecchiaia, ma c’è di peggio, come per esempio uscire con vestiti coloratissimi e scandalizzare parenti ed amici (no, la dedizione al pure black non è morta. GIAMMAI!).

Comunque, il punto della storia è che stavolta ho stressato il pover’uomo del tiro con l’arco e ci ho provato fino a che non son riuscita da sola a centrare il bersaglio. Soddisfazione somma e indescrivibile.
Adesso devo solo capire come esercitarmi senza che qualcuno chiami la polizia o mi faccia rinchiudere. Progetto in futuro frequenti gite dai miei in campagna.
Per fortuna ho l’utilissimo potere di contagiare anche gli altri con fanatismi e affini, quindi se un giorno vedessi l’uomo che si improvvisa falegname arcolaio sarei estremamente fiera di noi.
Chissà che un giorno non riesca a mettermi sul serio. Nel frattempo miro verso le finestre dei preti qui dietro e mi diverto un mondo.



Per il resto che dire? Sono schifata da tante cose, stupita da alcune, delusa da altre ancora. C’è da dire che spesso non mi aspetto molto dalla gente, ma veder sempre confermate le mie teorie non è che mi renda felice.
A volte temo di distanziarmi troppo dal resto del mondo, di chiudermi in quell’unica isola felice che ho trovato, in cui tutto riesce ad essere magnifico anche se intorno ogni cosa va a rotoli. Eppure sento che l’intransigenza cresce, sento sempre più spesso la coscienza di poter fare a meno di tante cose, di tante persone.
La lista diventa sempre più breve, anche se sorrido quotidianamente a tutti, anche se mi prodigo per chiunque. Mi chiedo quando questa mia vocazione da martire benefattrice, che assorbe tutto ciò che gli altri le gettano addosso senza mai ricambiare la cortesia, si esaurirà definitivamente.

Forse nemmeno mi importa. E forse è per questo che quando pensiamo al nostro progetto di espatrio, che sembra farsi di giorno in giorno più vicino e più sicuro, non riesco a sentirmi legata a niente di quello che ho qui, se non alla mia famiglia (per il semplice fatto che i miei invecchiano a vista d’occhio).
Ma nel mio cuore sento nitidamente che non mi fa paura neanche un po’ lasciare tutto, ricominciare, trovarmi da sola, soli noi due.
Potrebbe essere la prova più grande che ancora non ho affrontato, e allo stesso tempo il coronamento del sogno che mi porto dentro da sempre.

Ho sempre avuto timore di perdere qualsiasi minima cosa, sono una nostalgica, un’abitudinaria, una collezionista di pezzetti di vita. Sono convinta che quel che siamo è ciò che ci siamo costruiti intorno, è la luce che si accende negli occhi di chi ci vuole bene quando parla di noi.
Andarsene lontano significa annullare tutto, ripartire, diventare qualcosa di completamente nuovo, forse dimenticare. E allora perché non mi fa paura?
Seguo il mio istinto come ho fatto sempre, ogni volta che sono riuscita ad udire chiaramente la sua voce. Me ne sono mai pentita? No. E allora io non ho paura.



Ecco, magari sarebbe utile pensare a cose più prossime. Alle vacanze per esempio. Che tanto c’è crisi e una cosa in grande stile non si può fare, ma con un po’ di culo e di ostinazione si trova il modo di passare qualche giorno a zonzo.
Abbiamo ideato un programma da paura, non so davvero cosa aspettarmi. Avere amici sparsi per mezza Italia aiuta, ma farsi un trip con “li amizi” è decisamente oltre le mie aspettative. Per farla breve probabilmente passeremo più tempo in macchina che al mare, ma a noi piacciono le cose assurde e alternative. Spero che l’uomo non se li mangi per colazione o non se li faccia ai ferri…non saprei immaginare un mondo senza amizi.

A volte mi chiedo come cavolo ho fatto ad affezionarmi così tanto a loro, come ha fatto a crearsi un legame così forte viste le circostanze assolutamente anomale in cui tutto è nato, eppure nonostante gli anni, nonostante io abbia del tutto abbandonato “l’ambiente”, loro sono una delle poche certezze che ancora ho. E parlare di certezze per due elementi del genere è davvero ridicolo.
Sarà che pur abitando in culo al mondo mi sono stati vicino in un periodo terribile, sarà che sono riusciti a farmi ridere anche quando a mala pena riuscivo a smettere di piangere, sarà che non mi hanno mai risparmiato nulla, che con loro ci si può prendere per il culo senza remore, e che ogni cosa è limpida, non c’è bisogno di fingere o di tollerare o di assecondare nessuno.
Apprezzo soprattutto l’autenticità di un’amicizia così, tutta storta e senza argini precisi in cui confinarla per dargli una definizione. E non vedo l’ora di scoprire che succede in questa vacanza improvvisata.

L’idea di vedere la Puglia per la prima volta mi esalta tantissimo, ma Roma? Ho voglia di viverla una volta ancora.
Di Roma non mi stancherò mai, anche se vi ho già intrecciato fili di destini differenti e vissuto tanti istanti indimenticabili quanti sono i sogni.


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