~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

giovedì 5 luglio 2012

Ogni volta, ogni giorno



“Non fidarti di chi distrugge i tuoi sogni con la scusa di farti un favore, perchè di solito non ha nulla da offrirti in cambio.

[…] Prima o poi i sogni smettono di essere tali. Perfino dal sogno della vita ci svegliamo con la morte, o viceversa. Non esito a dirti che il tuo amico ti ha sicuramente regalato la pecora più bella del mondo, proprio come te la immaginavi, l’unica di cui potevi prenderti cura e portarti dietro nel tuo piccolo pianeta.



Non hai forse goduto della sua compagnia mentre ammiravate i tramonti? Non sei accorso al suo fianco di notte perché non si sentisse sola e per non sentirti a tua volta così solo? Non hai pensato che ti apparteneva perché l’avevi addomesticata e che tu appartenevi a lei?

Di sicuro era più reale e più viva della pecora che hai visto nella fotografia, perché quella era solo una pecora, mentre dentro la cassetta c’era la tua pecora.”


(A. G. Roemmers – Il ritorno del giovane principe)




A volte penso che uno dei più grandi errori consista nel voler far sì che i sogni assomiglino alla realtà, che nascano e si plasmino su qualcosa di concreto, reale, conosciuto. Ma che senso ha tendere le dita verso un cielo lontano se l’intento è trascinarlo giù con sé invece che provare a volare?



I sogni dovrebbero essere sogni e basta. Li si dovrebbe concepire solo con la fantasia, e dar loro la forma di tutto quel che ancora non abbiamo visto.

Si dovrebbe sempre sognare in grande, desiderare le stelle, conquistare le nuvole, e poi camminare a testa in giù coi piedi attaccati al cielo e pretendere che nessuno abbia nulla da dire. La realtà dovrebbe farsi i fatti suoi ogni tanto, sì, starsene lì nel luogo che le compete e non disturbare col suo chiassoso razionale frastuono.



I sogni sono bolle di sapone: a chi importa se non arrivano mai da qualche parte? se non hanno una consistenza, se sono effimere e fluttuanti? Nessuno si pone mai il problema, sono belle così e basta.
I sogni sono sogni e basta. Non bisogna neanche ragionarci più di tanto.



A volte i sogni sono una felicità diffusa e impalpabile che circonda un gesto o un sorriso. Sono quel “non so che” che irradia di luce l’atmosfera e fa pensare a una qualche gioia senza nome.
Il mio sogno è svegliarmi ogni giorno in un inferno che contiene un piccolo angolo di paradiso. In quel paradiso c’è tutto quel che mi serve per affrontare chilometri di abissi.



La mia felicità è renderti felice, sentirti dire che ogni cosa diventa più bella quando la fai con me. E me ne accorgo anche da sola che tutto ti cambia colore intorno prendendo la forma di un sorriso.
I miei sogni sono piccole conquiste, quelle che contano davvero, quelle che non si raccontano e non si scrivono, ma restano.




Quelli che amano tacciono.
L’amore è il silenzio più fine,
il più tremante, il più insopportabile.
Quelli che amano cercano,
sono quelli che lasciano perdere
sono quelli che cambiano, quelli che dimenticano.
Il cuore dice loro che non troveranno mai,
non trovano, cercano.



Quelli che amano vanno come pazzi
perché stanno soli, soli, soli,
consegnandosi, dandosi ogni istante,
piangendo perché non salvano l’amore.
Li preoccupa l’amore.

Quelli che amano
vivono alla giornata, non possono fare di più, non sanno.
Sempre se ne stanno andando,
sempre, da qualche parte.
Aspettano,
non aspettano nulla, ma aspettano.
Sanno che non troveranno mai.
L’amore è la proroga perpetua,
sempre il passo seguente, l’altro, l’altro.
Quelli che amano sono gli insaziabili
quelli che sempre - meno male!- resteranno soli.



Quelli che amano sono l’idra del racconto.
Hanno serpenti al posto delle braccia.
Le vene del collo gli si gonfiano
anche come serpenti per asfissiarli.
Quelli che amano non possono dormire
perchè se si addormentano se li mangiano i vermi.

Nel buio aprono gli occhi
e in loro cade lo spavento.
Trovano scorpioni sotto il lenzuolo
e il loro letto galleggia come su di un lago.



Quelli che amano sono pazzi, soltanto pazzi,
senza Dio e senza diavolo.

Quelli che amano escono dalle loro grotte
tremanti, affamati,
a cacciare fantasmi.
Ridono di quelli che sanno tutto,
di quelli che amano per sempre, veracemente,
di quelli che credono nell’amore
come una lampada d’olio inesauribile.



Quelli che amano giocano ad afferrare l’acqua,
a tatuare il fumo, a non andarsene.
Giocano al lungo, triste gioco dell’amore.
Nessuno si può rassegnare.
Dicono che nessuno si può rassegnare.

Quelli che amano si vergognano di qualsiasi conformismo.
Vuoti, ma vuoti da una costola all’altra,
la morte li corrode dietro gli occhi,
e loro camminano, piangono fino all’alba
dove treni e galli si salutano dolorosamente.
A volte gli arriva un odore a terra appena nata,
a donne che dormono con la mano nel sesso, compiaciute,
a ruscelli d’acqua tenera e cucine.



Quelli che amano cantano tra le labbra
una canzone mai imparata,
e se ne vanno piangendo, piangendo,
la bella vita.


(Jaime Sabines)

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