~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
Lunacy 5 - Lunacy 6 - Lunacy 7 - Lunacy 8
Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

martedì 28 agosto 2012

Un sollievo di Vento



"Tu sei quel respiro che mi toglie ancora il fiato...il solo nome che mi viene, come cerco le parole..."



Navigo tra flutti tranquilli e docili maree, accarezzando le onde senza infrangerle, illuminandomi del sole che dal suo riflesso sull’acqua mi sorride.



Cerco ombre rassicuranti in cui trovare riparo, e spingo i pensieri verso il cielo, dove possono esser catturati da ali di gabbiano.



Pettino i miei capelli con quel sollievo di vento che gonfia le vele stanche, e che danzando sulle onde increspa il mare. Sussurro alla brezza leggera di aiutarmi ad andare.



Tempeste lontane di tanto in tanto oscurano il cielo, talvolta sospinte da venti di bufera si avvicinano pericolosamente al cuore.

Intransigenza che cresce e incessante fluire: la marea altalenante culla i sogni che nessuno potrà esaudire.



Un solo porto sicuro aspetta sempre al di là del mio vagare, su bianche coste d’avorio protese verso il mare.

Spiagge cosparse dell’oro di un tramonto che si trasforma in alba attendono per riposare l’anima stanca.

Sono le isole fortunate che non hanno sito, la voce di qualcuno che mi parla ma che se ascolto tace.

Sono la terra alla fine del mondo che mi appartiene. Il mio mare in tasca che non cesserà mai di gridare
.



“…noi ci perdemmo dentro il rosso di un tramonto,
fino a gridare i nostri nomi contro il vento.
..è troppo bello per essere vero.





Amore mio, ma che gli hai fatto tu a quest’aria che respiro?
E come fai a starmi dentro ogni pensiero?
Ma che cos’hai tu di diverso dalla gente?



Di fronte a te che sei per me così importante
tutto l’amore che io posso è proprio niente.



Sul mondo che girò danzando un’altra ora
sparimmo stretti in fondo all’ombra della sera.
Stavamo lì e ci mancavamo già da allora.



Io e te, con tutto l’amore che posso,
l’amore che posso…”


mercoledì 22 agosto 2012

Strada facendo (1)





“Io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme
con l’anima smaniosa a chiedere di un posto che non c’è







tra mille mattini freschi di biciclette
mille più tramonti dietro i fili del tram
ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me







Io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho perduto
ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi andar via
e ho respirato un mare sconosciuto nelle ore







larghe e vuote di un’estate di città
accanto alla mia ombra nuda di malinconia







io e le mie tante sere chiuse come chiudere un ombrello
col viso sopra al petto a leggermi i dolori ed i miei guai







ho camminato quelle vie che curvano seguendo il vento
e dentro a un senso di inutilità...
e fragile e violento mi son detto tu vedrai, vedrai, vedrai..







Strada facendo vedrai
che non sei più da solo
strada facendo troverai







un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore
vedrai più amore, vedrai







Io troppo piccolo tra tutta questa gente che c’è al mondo
io che ho sognato sopra un treno che non è partito mai
e ho corso in mezzo ai prati bianchi di luna







per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità
e giovane e invecchiato mi son detto tu vedrai, vedrai, vedrai







Strada facendo vedrai
che non sei più da solo
strada facendo troverai







anche tu un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore
vedrai più amore vedrai







E una canzone neanche questa potrà mai cambiar la vita
ma che cos’è che ci fa andare avanti e dire che non è finita
cos’è che ci spezza il cuore tra canzoni e amore







che ci fa cantare e amare sempre più
perché domani sia migliore, perché domani tu
strada facendo vedrai..”








Giuro che l’assalto Baglioni è giustificato…beh, più o meno. Un mio caro amico che di musica se ne intende (e anche di spocchia) sostiene che tra i cantautori italiani Claudio sia uno dei più talentuosi, in quanto non solo a composizione di testi, ma soprattutto di musiche. Ebbene sì: dietro quei motivetti smielensi c’è qualcosa di virtuoso.





O almeno così pare, io non ci ho mai creduto più di tanto. Il fatto è che dopo ore e ore di viaggio con il cop teach su Baglioni potevo uscirne stupida, oppure convincermi.





E quando la mattina ti svegli con in testa qualche suo motivetto puoi ammettere di esser stato sconfitto oppure decidere che da oggi in poi ti piace Baglioni. Ebbene, ho deciso che da oggi in poi mi piace Baglioni.





Tra l’altro ci sono dei testi per niente da sottovalutare, sono quasi conquistata. Quasi.
Il Cop sarebbe fiero di me.





Forse non era l’incipit più adatto per il mio mega post vacanziero, ma è pur vero che la colonna sonora degli infiniti viaggi fatti insieme è sicuramente uno degli elementi che ricorderò di più.






(continua...)

Strada facendo (2)






Così eccoci di ritorno da un trip assolutamente infernale, per le millemila ore di viaggio, per i ritmi assurdi, per il sonno allucinante, ma soprattutto per il caldo terrificante.





Com’è mia consuetudine ho fatto centinaia di foto per immortalare quest’avventura, ma dato che la vecchiaia incombe credo sia il caso di scrivere anche qualcosa, giusto per farmi due risate un giorno quando rileggerò.





Già la partenza è stata estrema. Il piano tattico prevedeva una partenza intelligente in notturna. Ore 2 di notte al massimo essere in macchina, in direzione Cesena.





Un ottimo piano, non fosse che quella sera c’era Calici di Stelle e noi mica potevamo perdercelo. Così abbiamo deciso di fare un dritto, sbronzarci di vinello sui colli guardando le stelle, mangiare quanti più gnocchetti possibili (ma quest’anno si son fatte tirchie le fanciulle agli stand!), e poi smaltire il tutto in tempo utile per la partenza. Bene, alle due eravamo ancora persi sui colli.






L’aggiornamento della tabella di marcia è tutt’ora imprecisato dato che non ho ricordi, so solo che siamo arrivati a Cesena dal Cop quasi alle 5 del mattino ed io ero già stanca come se la vacanza l’avessi fatta e finita.





La chicca è stata la merenda a base di piadina romagnola avendo ancora lo stomaco chiuso dal post-vinello. Una cosa estrema, direi quasi bestiale. Per fortuna un po’ di caffè sistema tutto e siam riusciti a partire in direzione Roma.






La fantastica idea di evitare l’autostrada sembrava intelligente lì per lì, un po’ meno dopo quattro ore dispersi chissà dove. Indimenticabile e indelebile nella mia memoria sarà per sempre il camion che trasportava chissà cosa (deportazione cinesi?) che abbiamo seguito per chilometri e chilometri lungo strade deserte e sconosciute.







Per fortuna avevamo ancora abbastanza energie da sopportare l’after senza dormire e un viaggio di cinque ore col sole addosso. L’importante era non farsi scappare la pipì, perché il cop non si ferma, mai.







Ore circa..per pranzo? siamo arrivati a Roma. Il Dad che per solidarietà aveva deciso di fare un dritto pure lui, aspettandoci, era collassato giusto mezzoretta prima del nostro arrivo, cioè esattamente nel momento in cui ci serviva per darci indicazioni.







Vallerano è un labirinto, ci si potrebbe girare per ore senza capirci un cavolo. E così infatti è stato, ecco, non per ore magari. Dopo una decina di chiamate il dad è riuscito a svegliarsi, e nel suo tipico stato comatoso ci ha dato indicazioni assolutamente a caso. Ormai leggendario il motto “segui il muro di cinta sulla destra e poi in fondo”. E’ applicabile a qualsiasi contesto, provare per credere.







Quel quartiere era semplicemente pieno di muri di cinta in ogni dove, ma la fortuna, dopo averci preso per il culo una mezzoretta, ci ha infine sorriso. Trovato il famigerato muro di cinta e il numero civico, il viaggio poteva considerarsi concluso, almeno per quel giorno.







Roma era un inferno, un caldo pazzesco che neanche Padova nei suoi giorni peggiori riesce ad eguagliare. Per fortuna la Dadvilla Borghese offriva venticello e refrigerio almeno temporaneo, mentre ci gustavamo un pranzo degli eroi totalmente improvvisato a base di pesce spada e gorgonzola.







Gli involtini più disgustosi che io abbia mai visto, ma solo esteticamente. Assicuro che erano sorprendentemente buoni!
In nostro soccorso è comunque arrivata poi la Dadmamma, che in quei pochi giorni ci ha preparato prelibatezze che ancora mi sconvolgono al solo pensiero. Mai mangiato così bene.







Cosa ricordare delle ore trascorse a Dadville? Sicuramente Kira, perché è una cagnolona stupenda e dolcissima, e come ogni volta che vado lì mi vien troppa voglia di portarmela a casa!







E poi…beh, le colazioni sul terrazzino, la spesa impossibile col dad che si perde appena esce da casa sua, le bevute notturne, le famigerate carte da briscola, e la gatta inquietante che ti assale ai piedi del letto!









Di Roma invece non c’è molto da dire: meravigliosa come solo una città così complessa ed antica può essere, sempre magica e sempre nuova. Potrei averla vista mille volte, ma sono sicura che ancora saprei riscoprirla come se fosse la prima.







Vista la pigrizia degli amizi in realtà non abbiamo visto granché, e per questo ho rosicato già abbastanza, ma il tempo era quello che era.
Ci siamo però fatti una serata da tipici sbronzoni romani, partendo dai baretti di piazza Trilussa e poi in direzione Campo dei Fiori, giusto per provare a immedesimarsi un po’!







(continua..)