~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

mercoledì 22 agosto 2012

Strada facendo (3)





Il tempo a Roma è volato, e non contenti di aver già fatto un viaggio notturno infernale, abbiamo deciso di partire alle 4 del mattino per la Puglia. Traumatico, sempre più traumatico.





La y10 era imbottita come il miglior babà napoletano di bagagli e borse sparse, e a proposito di babà, quella mattina abbiamo fatto la colazione più figa di tutto il viaggio, sulla costiera amalfitana, con una brioche che strabordava crema da ogni buco. Una cosa divina.





Meno divino il viaggio: ripetendo la magnifica idea di evitare l’autostrada, stavolta abbiamo fatto una cazzata davvero colossale! Ci abbiam messo più di sei ore ad arrivare a Manfredonia. Se ci penso, ancora soffro.





La Puglia ha un paesaggio meraviglioso. Distese infinite di nulla, casolari abbandonati e rovine isolate, e i colori della terra che contrastano col blu intenso del cielo. Del caldo non ne parliamo.





Manfredonia è una città turistica al cento per cento. Svetta sul mare con le sue architetture bianchissime e colpisce per il folklore dei suoi vicoli così caratteristici e popolari.
Da casa del nostro amico si vedeva il mare, e come accoglienza abbiamo trovato un favoloso piatto di spaghetti alle cozze.





Cosa volere di più? Il mare, ovviamente. Non tanto io che ero mestruata (quanto ho rosicato, col caldo che faceva, neanche un bagno!!), ma tutti gli altri scalpitavano. Quasi non abbiam appoggiato i bagagli che già erano corsi tutti in spiaggia.





Il mare del Gargano è favoloso, i paesaggi e le scogliere tolgono il fiato (in concomitanza col caldo), le spiagge sono lunghissime e mai troppo affollate, dal mare tira sempre un po’ di vento, e la vegetazione offre diversi ripari dal sole cocente.





Per ferragosto abbiamo fatto una mega spesona di carne e ci siamo avventurati alla baia di Vignanotica: un posto in cui si arriva solo tramite apposite navette, che fino a pochi anni fa era quasi sconosciuto e inesplorato.





E’ un piccolo paradiso, fatto di scogliere altissime e grotte ombrose. Peccato solo per la caduta di sassi dall’alto che è davvero fastidiosa. L’attacco dei sassetti appuntiti durante la pennichella non lo scorderò mai.





Non c’è molto da dire su un posto così bello, le foto parlano sicuramente molto di più. Aggiungo solo che la mangiata di carne alla griglia è stata epica, e che nonostante il rosik per non poter fare il bagno è valsa veramente la pena di vedere un posto così.





Ma il vero paradiso, almeno per me, è arrivato il giorno dopo. La casetta sui monti di Ruggiano era una meraviglia: completamente immersa nei boschi, lontano da tutto e tutti, al fresco, dove nessun cellulare prende e internet non arriva. Non è esattamente into the wild, ma ci va molto vicino.





La sensazione di staccare da tutto e immergersi nella natura è stata stupenda.
Ricordo il silenzio notturno così perfetto, e poi il sole che inondava le stanze al mattino, così forte da non poter quasi tenere gli occhi aperti. L





ì a pochi passi iniziava la foresta Umbra, e anche quella mi è rimasta nel cuore. Forse ancora più selvaggia delle nostre Alpi, quasi completamente scevra della presenza dell’uomo.





Ad avere più tempo a disposizione sarebbe stato bello passarci almeno un giorno intero, invece in poche ore ci siamo visti qualche sentiero solitario e il parco dei daini, per poi perderci due ore a giocare nel boschetto dei bimbi! L’indimenticabile “gioca bosco”. Bei. (come direbbero li amizi)





La cosa divertente poi è stata la nostra ostinazione nel voler trovare la sagra del cinghiale, da qualche parte su un monte lì vicino, che ci ha fatti perdere nella foresta di notte.





L’oscurità, nella sua forma più pura, non è mai stata così totale come in quel bosco. Se non ce la siamo fatta sotto è forse solo perché il navigatore ancora prendeva. In ogni caso il dannato cinghiale non s’è visto.





Delle giornate nella casetta di montagna ricorderò sicuramente i tornei di briscola alcolici, le centinaia di vinili, i pranzi in pentole enormi e i giochini da tavolo anni novanta.





E il super festone “Gargano Reunion”, l’ultima sera, quando la casa è stata invasa da duecento persone al suono di hip hop, mentre dei rapper famosi della zona dicevano chissà cosa in un dialetto locale per me incomprensibile.
Assolutamente da vedere, peccato per il sonno e la mia dannata vecchiaia. Sono tornata più stanca che se avessi raccolto carciofi per dieci mesi.





Bene, ho scordato sicuramente di scrivere un sacco di cose che avrei voluto ricordare. Ma è anche a questo che servono le foto, no?





Giudizio finale? Lo rifarei anche subito, magari meditando meglio orari e modalità di viaggio, calcolando il mestruo, e organizzando meglio i tempi morti per vedere ancora più cose.





Per quanto riguarda tutto il resto…beh, adoro li amizi, e sono stata estremamente felice di aver condiviso ancora qualcosa con loro.
Ma soprattutto di aver aperto al mio Wrau anche questo spiraglio su qualcosa del mio mondo che ancora gli sfuggiva, e di averlo visto felice e soddisfatto.





Per tutto il resto c’è Baglioni.















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