~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
Lunacy 5 - Lunacy 6 - Lunacy 7 - Lunacy 8
Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

giovedì 30 gennaio 2014

Dettagli


 Pensavo ai ricordi, poco fa, mentre mi asciugavo i due metri di capelli dopo la palestra, e il lettore mp3 passava canzoni che non avevo voglia di sentire.
Pensavo a quello che mi salta alla mente appena penso distrattamente alle persone a cui ho voluto bene, le persone con cui ho mischiato cuore e sangue. Pensavo a come restano in mente certi dettagli secondari, bizzarri, estremamente materici. Hanno odori precisi questi dettagli, e riesco a ricostruirli con incredibile verosimiglianza nonostante il tempo passato. Tutto il resto è già sfuocato, poco chiaro, attenuato dall'incapacità di ricordare volti, espressioni, avvenimenti, parole. Gli anni passano e il vortice cancella.

Però quei dettagli rimangono. E riaffiorano alla memoria così, quando meno te l'aspetti, estemporanei. Ti passano davanti agli occhi mentre stai fissando la strada, o quando sei al lavoro, nei momenti più impensabili, anche senza che qualche connessione logica ti abbia fatto pensare a quella persona. 
E li scacci via subito, ma restano quel tanto che basta per darti fastidio, con la loro ancora così forte concretezza, quando sai bene che quelle persone sono distanti ormai anni luce da te.

Sono in macchina e sto guidando sulla romea, c'è il sole ma fa freddo, e tu mi scrivi che vuoi che ascolti quella canzone prima di vederti, io prendo l'mp3 nero e arancione e la cerco tra mille altre, e nel mentre penso che è stupido doverla ascoltare proprio in quel momento, perchè è una canzone dell'addio, non del nuovo incontro. Ma lo faccio lo stesso, e mentre penso a quanto sei stupido a chiedermi una cosa simile sorrido, perchè so che è proprio la poesia che metti in quel tuo romanticismo ineguagliabile che mi ha fatto innamorare di te. 
Quando ho riascoltato quella canzone, pochi giorni dopo, c'era stato veramente un addio, e tutto aveva trovato improvvisamente senso.

Sono seduta sullo scalino della cucina, ho una camicetta da notte leggera e i piedi scalzi sul pavimento gelido. Ho lo smalto mezzo sbeccato e i capelli spettinati. Lui sta cucinando la cena e io lo osservo mentre continuo a sfornare chiacchiere inutili. Mi piace che si stia prendendo cura di me, mi piace la sua voce, le occhiate che mi lancia di tanto in tanto. Mi piace guardarlo, e immaginarlo mio. Mi piace essere lì, di nuovo, nella città che mi ha sempre frantumato il cuore. 
L'odore del curry e quello della sua pelle, li posso sentire ancora a perfezione.

Sono sul corso a Padova, il sole sta tramontando dietro i palazzi e i suoi raggi caldi mi arrivano in pieno viso, di lato. Fa caldo, ho sudato, e ho addosso quella canotta nera che mi sta malissimo ma secondo me è molto metal. Sono giovane, bionda e sognatrice. Il suo viso è lucido per il sudore, e quella camicetta è davvero orribile. Ma lui è lo stesso bellissimo. Ha due occhi enormi che mi fissano e sorridono. Mi dicono in un secondo tutto quello che desidero, tutto quello che avrei potuto farmi bastare per gli anni a venire. 
Capisco così tante cose in un sorriso talmente bello che vorrei dimenticare tutto il resto che è venuto. Ma questo non è il ricordo, questa sono io, vecchia, rossa e cinica, che rivivo il passato e non riesco ad accettarne le conseguenze.


martedì 28 gennaio 2014

Riemergo

E' persino un nuovo anno. Un numero che cambia in una sequenza di quattro cifre che ci abituiamo a scrivere ogni giorno.

Sono passati mesi senza neanche un post su questo blog. Respiro con tutte le mie forze affiorando sul filo di acque turbolente ogni volta che posso, ma il tempo non è mai abbastanza.

Avrei voluto scrivere tante cose, fermare le impressioni così com'erano un attimo dopo averle provate. 
Scrivere su questo blog è sempre stata la mia cura, un metodo per aiutare la memoria che ormai vacilla, uno sfogo, una liberazione per la me stessa che soffoca non trovando posto nel mondo. 
Vita taciturna, mascherata infinita. Ma qui ci sono solo io, autentica, al massimo filtrata dalla simbologia delle parole.

Non ho tempo di mettere foto, nè di pensare ad abbellire questo post come tanto mi piaceva fare. Riesco solo a fermare due pensieri tra un impegno e l'altro, perchè scrivere mi manca. Tanto.

Forse un giorno avrò il tempo di recuperare tutti i post mancanti, di ricostruire il puzzle, di scrivere della scorsa estate, delle non-vacanze, del progetto fotografico Fragments, della Cartiera, dei primi servizi fotografici, del Palio di Monselice. 
E poi di come mi sono affettata un polpastrello con una lattina di tonno, della palestra, del lavoro come fotografa ufficiale degli eventi Venice Vampire, del corso di Social Media Marketing e del conseguente lavoro. 
Di come non mi sto più fermando, dello stress, delle mille cose da fare, e delle altre mille che non quadrano mai. 
Di Yuki, che ha smesso di respirare nonostante la mia corsa disperata dal veterinario, della fragilità di una creatura che ti rimane tra le mani con tutta la tragicità dell'ineluttabile scorrere delle cose. 
Infine, dei Cruenta Lacrymis. Perchè a 29 anni sto facendo tutto quello che avrei voluto fare quando ne avevo 16. E non è mai troppo tardi se si è disposti ad accettare la sfida.

Sono stressata? Sì, da morire. Sono felice? Qualche volta, quando riesco a chiudere gli occhi e a non sentire altro che due respiri vicini. 

Nei sogni, sono felice. 
In quelli che ho smesso di voler avverare a tutti i costi.